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Il debito di Roma che Virginia Raggi ha spiegato a Salvini con due molliche di pane

La sindaca della Capitale, Virginia Raggi, mostrando due molliche di pane durante un pranzo in ristorante, ha spiegato in un video Facebook la questione del debito di Roma (circa 12 miliardi di euro) rispondendo alle accuse del vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini.
A cura di Enrico Tata
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Virginia Raggi spiega il debito di Roma con due molliche di pane
Virginia Raggi spiega il debito di Roma con due molliche di pane

"Il debito di Roma spiegato pure a Matteo Salvini. Oggi il debito costa 500 milioni, suddiviso in due quote: 300 da parte dello Stato e 200 cento da parte di Roma capitale. Domani il debito continuerà a costare allo Stato 300, anzi pure un po' di meno: così. Perché? Perché lo Stato rinegozia il debito. Salvini hai capito?". Virginia Raggi, mostrando due molliche di pane durante un pranzo in ristorante, ha spiegato in un video Facebook la questione del debito di Roma rispondendo alle accuse del vice presidente del Consiglio. "Chiariamolo ancora una volta. Non facciamo sborsare un euro in più allo Stato e alle altre amministrazioni per il vecchio debito di Roma. Anzi facciamo risparmiare agli italiani e ai romani 2,5 miliardi di euro, tagliando i folli tassi di interesse delle banche su quei 13 miliardi di debito che hanno fatto le precedenti amministrazioni di Roma", ha spiegato ancora la sindaca.

Il debito di 12 miliardi di Roma Capitale

La gestione commissariale sul debito accumulato dal Comune di Roma è stata istituita nel 2008, quando i soldi che la Capitale doveva restituire ammontavano a 12,8 miliardi di euro. Nel 2019 questi debiti sono scesi a poco più di 12 miliardi, come ha spiegato l'assessore al bilancio Gianni Lemmetti. Ogni anno il Comune versa ai creditori circa 200 milioni di euro, mentre lo Stato ne versa 300. Lo Stato si accollerebbe parte del debito, verserebbe una quota minore ai creditori, ma in compenso rinegozierebbe i tassi dei debiti con le banche per mutui, linee di credito e prestiti flessibili a condizioni più vantaggiose. Si tratta dei cosiddetti ‘debiti finanziari', cioè quelli che in questo caso ha Roma Capitale verso gli istituti bancari e non direttamente verso i creditori. I debiti non finanziari ammontano a circa la metà rispetto ai primi (quelli finanziari sono circa 9 miliardi di euro). In pratica le norme inserite nel ‘decreto crescita' del governo Conte consentiranno la chiusura della gestione commissariale nel 2021 e il trasferimento del debito finanziario (in parte) allo Stato. Per ripagare il debito, i cittadini di Roma pagano un'addizionale Irpef altissima e in più chi si imbarca a Fiumicino o a Ciampino paga un euro a testa.

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