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Il Comune di Roma cerca contadini per allevare mucche e coltivare mais. Ma nessuno vuole il lavoro

Nessuno vuole lavorare nelle due tenute agricole gestite dal Comune, Castel di Guido e la Tenuta del Cavaliere. I centri dell’impiego, a cui il Campidoglio aveva dato mandato di cercare 24 operai agricoli a tempo determinato, sono infatti riusciti a reclutare solo due persone su 24. Ora, come recita il testo di una memoria di giunta il 16 marzo scorso, il Comune ha bandito 40 nuovi posti.
A cura di Enrico Tata
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Nelle tenute di proprietà della Regione e gestite dal Comune di Roma si coltivavano cereali, si allevano mucche da latte, si producono e si vendono formaggi. Ma nessuno sembra voler lavorare in queste aziende agricole. I centri dell'impiego, a cui il Campidoglio aveva dato mandato di cercare 24 operai agricoli a tempo determinato, sono infatti riusciti a reclutare solo due persone su 24. Ora, come recita il testo di una memoria di giunta il 16 marzo scorso, il Comune ha bandito 40 nuovi posti "da inquadrare nella figura professionale di ‘operatore Servizi Ambientali' considerato che 15 operai agricoli hanno il contratto scaduto a fine marzo.

Roma Capitale gestisce due aziende agricole di proprietà della Regione Lazio: Castel di Guido e la Tenuta del Cavaliere. La prima, per esempio, sorge sulla via Aurelia e si estende per circa 2mila ettari. Ci sono 300 ettari di foraggiere in consociazione ed erba medica, circa 50 ettari di mais irriguo, prati e 360 ettari di pascoli. Vi pascolano circa 400 capi bovini di razza Maremmana in purezza da  produzione di carne e da circa 250 capi di bovini di razza Frisona per la produzione del latte. Il rilancio di queste due aziende prevede l'assunzione di personale, ma anche il parziale abbandono degli allevamenti di bestiame, l'ampliamento delle coltivazioni e il ripristino dell'oliveto aziendali ormai abbandonato.

L'ex assessora Marino: "Tenute bellissime, ma abbandonate a loro stesse"

Il debito delle aziende agricole, sosteneva due anni fa l'allora consigliere regionale Fabrizio Santori, si aggira intorno agli 800mila euro all'anno, "mentre gli animali sono abbandonati e il patrimonio inestimabile con locali e abitazioni non viene assolutamente valorizzato dalla Regione Lazio".

Secondo l'ex assessore Estella Marino, che commenta un articolo del Messaggero sulla questione a firma Lorenzo De Cicco, "le tenute agricole sono bellissime ma ovviamente quasi abbandonate a se stesse, a differenza di altre questioni per cui sono state create delle aziende pubbliche qui la gestione è svolta direttamente dagli uffici del dipartimenti ambiente, ed è un po' difficile far collimare le necessità di mucche e terreni con gli orari di un ufficio comunale, con il foraggio che magari non arriva perché la ragioneria è in ritardo a mettere il visto sull'impegno di spesa, una follia. A suo tempo ritenemmo che il comune non dovesse tra le sue mansioni fare anche l'allevatore e l'agricoltore, che non sia tra i suoi compiti istituzionali, e con la Regione iniziammo a tracciare un percorso per costruire un bando per affidare magari a giovani agricoltori le aziende, che rimanevano ovviamente di proprietà pubblica, e con una serie di attività sempre pubbliche e aperte al pubblico. Tutto questo si è ovviamente fermato e le tenute sono ripiombate nel nulla, un.vero peccato e tanti danni…"

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