Il Circo Massimo dopo il coronavirus: una giungla incolta con sterpaglie ed erba alta
Tre mesi di lockdown hanno ridotto il Circo Massimo così: erba alta e sterpaglie su tutto l'ovale dell'antico stadio romano per la corsa dei carri. Le fotografie sono state scattate e pubblicate su Instagram da Tobia Zevi, presidente dell’Osservatorio ‘Roma! ‘Puoi dirlo forte'. "Circo Massimo, Roma. Dalla giungla ottimamente tutelata da Virginia Raggi è tutto", la didascalia che accompagna gli scatti. "Potrebbe essere una puntata di Una casa nella prateria, o un documentario sulla vegetazione spontanea, o perfino una pubblicità di diserbanti.No, è il cuore di Roma. È il Circo Massimo. Dite o no che dobbiamo cambiarla questa città?IO DICO DI SÌ!!! E PRIMA POSSIBILE!Buon fine settimana, amiche e amici", ha aggiunto ancora.
Ieri Zevi era intervenuto per invitare il centrosinistra a dire no a una ricandidatura della sindaca Raggi come prima cittadina di Roma: "L’esperienza di governo della Raggi a Roma si è dimostrata la peggiore degli ultimi decenni. Ipotizzare una qualsiasi forma di sostegno ad una ricandidatura da parte del centrosinistra significherebbe ridurre a zero la propria credibilità e far trionfare il peggior consociativismo. Il centrosinistra, e in particolare il Pd, lavori per costruire una proposta politica e culturale chiaramente alternativa alla Raggi assumendo un impegno solenne: ‘Mai con la Raggi´".
Sulla gestione del verde pubblico tutte le opposizioni hanno criticato in questi giorni la sindaca. Così Davide Bordoni, Lega: "Il Movimento pensa ad un secondo mandato della Raggi solo per ragioni di opportunità politica. Non c’è nulla che attenga al buon governo della città in questa decisione e lo dimostra lo stato in cui versa la Capitale. Un abbandono totale del verde, l'erba non viene tagliata da mesi né i marciapiedi spazzati, in particolare lasciata crescere in maniera selvaggia e autonoma, l'erba alta e incolta evidenzia dappertutto l'assenza totale di manutenzione, come la pulizia, lo sfalcio e la potatura". Secondo Francesco Figliomeni, Fratelli D'Italia,