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Covid 19

Ieri altri 6 casi, tamponi per la comunità bengalese di Roma: “L’isolamento volontario non funziona”

Sono andati via dall’Italia perché spaventati dall’ondata di coronavirus che ha travolto il paese. Ma adesso in Bangladesh la situazione è fuori controllo e hanno deciso di tornare. Aumentano i casi di persone positive che arrivano dall’estero: la Regione Lazio vuole sottoporre a tampone tutti coloro che provengono da paesi a rischio.
A cura di Natascia Grbic
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Pochi controlli alle frontiere e isolamento fiduciario insufficiente: e così sono decine le persone affette da coronavirus arrivate in Italia dall'estero. Sono una quarantina i casi arrivati soprattutto dal Bangladesh, dove il virus è fuori controllo e la situazione è drammatica. La soluzione, secondo quanto dichiarato dall'assessore regionale Alessio D'Amato in un'intervista a Il Messaggero, sarebbe fare tamponi a tutti coloro che arrivano da paesi ‘a rischio' e metterli in quarantena in strutture alberghiere vicine all'aeroporto di Fiumicino. Dello stesso avviso di D'Amato è anche Francesco Vaia, direttore dell'Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.  "Serve una grande attenzione a porti, aeroporti e stazioni – ha spiegato all'Adnkronos – Occorre fare i tamponi a tutti i passeggeri provenienti da Paesi nei quali il virus è in crescita. Non basta la temperatura o l'autocertificazione".

Al momento non è ancora noto quando partiranno i tamponi a tappeto per la comunità del Bangladesh a Roma, ma la compagna dovrebbe partire a breve. "I rappresentanti delle associazioni degli immigrati del Bangladesh ci hanno ringraziato", ha dichiarato D'Amato. Aggiungendo che nel Lazio i casi d'importazione sono una quarantina, di cui più di trenta intercettati in un solo giorno. "Lo strumento dell'isolamento fiduciario non funziona – ha continuato D'Amato – mettiamoci nei panni di questi ragazzi del Bangladesh: se ne erano andati dall'Italia spaventati dall'epidemia, ora nel loro Paese la situazione è drammatica perché il coronavirus è fuori controllo e, visto che qua spesso hanno lavoro e residenza, fanno l'impossibile per tornare in Italia. Pensiamo davvero, al loro arrivo, che andranno in quarantena in un monolocale da soli? No, probabilmente andranno in appartamenti con altri connazionali che rischiano di contagiare, proveranno a riprendere subito il lavoro perché ne hanno bisogno. Ma lo stesso vale per chi arriva da Brasile, Stati Uniti, Messico, Pakistan. E vale anche per gli italiani che tornano da Paesi con quel livello di circolazione del virus".

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