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I Radicali diffidano la Raggi sul referendum su Atac: “Decida se confermare la data del 3 giugno”

A un mese e mezzo dalla data prevista la sindaca Raggi non ha ancora chiarito se il referendum “Mobilitiamo Roma” si terrà effettivamente il 3 giugno, nonostante le elezioni del 10 giugno nei municipi 3 e 8 della Capitale. I Radicali, promotori del referendum sulla messa a gara del tpl, hanno inviato una diffida alla prima cittadina.
A cura di En.Ta.
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I Radicali hanno hanno inviato una diffida alla sindaca di Roma Virginia Raggi chiedendo che si pronunci definitivamente sulla data del referendum su Atac, o meglio sulla messa a gara del trasporto pubblico. A un mese e mezzo dalla data prevista, infatti, la sindaca non ha ancora chiarito se il referendum "Mobilitiamo Roma"  si terrà effettivamente il 3 giugno, nonostante le elezioni del 10 giugno nei municipi 3 e 8 della Capitale. Secondo il consigliere regionale Alessandro Capriccioli, la prima cittadina deve "dichiarare se intende matenere la data del 3 giugno o se intende rimandarlo.  I cittadini devono essere messi nelle condizioni di sapere se sarà rimandato. Siamo nell'incertezza perché non c'è stato pronunciamento ufficiale della Raggi".

"Nella mancanza delle norme necessarie – scrivono i Radicali nella diffida inviata alla sindaca – ogni occasione pubblica partecipata dalle Istituzioni capitoline si trasforma, immancabilmente, in uno strumento di disinformazione e strumentalizzazione del referendum. Da ultimo, pochi giorni fa, in occasione della presentazione dei nuovi sistemi di vendita dei titoli di viaggio e sosta di ATAC, abbiamo dovuto assistere all’ennesima sovrapposizione tra i concetti di privatizzazione e liberalizzazione con tanto di pubblici proclami sulla determinazione dell’Amministrazione di tenere pubblica ATAC in contrapposizione all’iniziativa referendaria. La strumentalizzazione faziosa dello strumento referendario, attivato al costo di migliaia di ore di impegno popolare, svaluta la partecipazione democratica prima ancora che i temi che ne costituiscono l’oggetto. Per questo, a prescindere dalla data prescelta, si diffida l’Amministrazione a cessare ogni indebita pubblica mistificazione nel merito della consultazione e ad adottare senza ritardo tutte le necessarie iniziative, anche regolamentari, per offrire ai cittadini una campagna di informazione adeguata allo scopo di recuperare il ritardo accumulato e rimediare alla campagna informativa di parte sin qui intrapresa".

Lo scorso 31 gennaio la sindaca annunciò la data del 3 giugno per la consultazione referendaria. I quesiti sono stati lanciati dai Radicali Italiani, che lo scorso agosto hanno raggiunto e superato il limite delle circa 29mila firme necessarie per promuovere la consultazione, depositando in Campidoglio 33mila firme.

Il ricorso al Tar: "No alla proroga dell'affidamento diretto ad Atac"

Con un ricorso al Tar i radicali chiedono anche uno stop alla proroga, dal 2019 al 2021, dell'affidamento ad Atac della gestione del servizio di trasporto pubblico di Roma. L'atto, spiega il legale autore del ricorso, Francesco Mingiardi,  "viola in maniera palese le normative italiane ed europee sull'affidamento dei contratti di servizio". La normativa Ue, spiega Mingiardi,  "consente la proroga quando il Tpl si è interrotto o ci sia un rischio concreto. La delibera proroga il servizio sulla base della ‘suggestione' del rischio di interruzione, ma in realtà essa serve a consentire la ‘sostenibilità' del concordato preventivo, il pagamento dei creditori in misura ridotta. Il rischio di interruzione del servizio non c'è perché il tribunale fallimentare ha strumenti per sopperirvi, come la gestione provvisoria. Il servizio proseguirebbe fino alla fine del contratto, il 2019, e ci sarebbe dunque tutto il tempo per fare una gara pubblica".

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