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I giudici non credono alla prima pentita del Clan Casamonica: tre assoluzioni

Debora Cerreoni, per 12 anni moglie di Massiliano Casamonica, ha raccontato i segreti e il funzionamento del clan nel fortino di vicolo di Porta Furba scegliendo di collaborare con la giustizia. Ma in relazione all’accusa rivolta a Liliana e Antonietta Casamonica, le reggenti della famiglia, di averla segregata in casa quando il marito in carcere è stata ritenuta “inattendibile” dai giudici che hanno assolto Massimiliano e le due donne perché il “fatto non sussiste”.
A cura di Valerio Renzi
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Debora Cerreoni è la prima pentita del Clan Casamonica. Le sue dichiarazioni sono state fondamentali per arrivare a colpire in maniera durissima quella parte della famiglia che aveva il suo fortino in vicolo di Porta Furba. Ha raccontato il mondo dei Casamonica dove nessuno era mai arrivato: nel cuore di quelle ville dagli arredi pacchiani dove si organizzano le attività criminali e si prendono le decisioni, mettendosi a disposizione per tradurre anche il ‘romani', quell'impasto linguistico incomprensibile agli esterni che da sentire i clan di sinti italiani al sicuro quando parlano tra di loro e al telefono. Trentaquattro anni, per dodici è stata la moglie di Massimiliano Casamonica, erede designato del boss di Porta Furba. È stata lei, la "gaggia" (che vuol dire non rom) guardata sempre con sospetto dalla famiglia a guidare gli inquirenti nell'organigramma e nei segreti dell'organizzazione. Lo ha fatto ha detto per i suoi due figli e per sottrarsi alla violenza e alle angherie del clan su di lei, che quando il marito era in carcere pretendevano di controllare ogni suo spostamento e decisione.

L'assoluzione per Massimiliano Casamonica e per Liliana e Antonietta Casamonica

Ma ora arriva una sentenza che smentisce almeno alcune delle dichiarazioni di Debora Cerreoni. La prima sezione collegiale del Tribunale di Roma ha infatti ritenuto di assolvere le reggenti del clan Liliana e Antonietta Casamonica dall'accusa di averla sequestrata in casa nella primavera del 2014, dopo che aveva tentato una prima volta di allontanarsi con i figli. Per le due esponenti della famiglia il pm aveva chiesto sette anni di reclusione per sequestro di persona, rapina e minacce: la pentita ha raccontato di essere stata prelevata da un appartamento all'Infernetto venendo poi chiusa in casa in vicolo di Porta Furba con i figli. Venute a conoscenza di un tradimento con un altro uomo, le due donne in quel momento in una posizione apicale nel clan sarebbero intervenute per punire l'adulterio e per impedire che scappasse con i figli, cosa poi effettivamente avvenuta.

La donna vive con i figli in una località segreta protetta dal clan Casamonica

Per i giudici il fatto semplicemente"non sussiste", ritenendo il racconto inattendibile. Assolto anche l'ex marito che aveva accusato di averla picchiata nel corso di un colloquio in carcere. Per Massimiliano invece era stata richiesta una pena a sei anni di reclusione per lesioni. Tutti e tre gli esponenti del clan coinvolti nella vicenda sono attualmente detenuti per altri reati, mentre Debora e i figli vivono in una località protetta.

Debora Cerreoni diventa una collaboratrice di giustizia

Figlia di un esponente della mala romana, così ha raccontato la sua scelta di collaborare nel memoriale consegnato agli inquirenti: "Benché la vita mi abbia dato tante cose negative, che sto pagando mi ha fatto avere anche tante cose belle ed incontrare pochissime persone speciali. Però nonostante questo, sono quasi sola. Lotto e lotterò sempre per i miei bambini, ma vorrei garantire loro un futuro perché purtroppo la vita mi ha dato quella malattia, che può essere anche che non mi verrà mai, anche perché qualcosa ora c’ è, ma nella mia mente vedo che la mia vita è limitata. Voi mi avete aiutata a riprendere i bambini e avete arrestato quelle belve prive di rispetto, ignoranti, irrispettose nei confronti degli altri (e mi domando come abbia fatto io a sceglierlo) e per questo vi sarò sempre debitrice".

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