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I giudici danno ragione alla Raggi: via gli ambulanti e i camion bar dai monumenti di Roma

Il Campidoglio, secondo i giudici della Corte di Cassazione, ha la facoltà di spostare dai monumenti della Capitale le bancarelle, i camion bar e gli urtisti e suggerire loro una collocazione alternativa.
A cura di Enrico Tata
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Ambulanti davanti al Colosseo
Ambulanti davanti al Colosseo

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei venditori ambulanti di Roma. Il Campidoglio, secondo i giudici, ha la facoltà di spostare dai monumenti della Capitale le bancarelle, i camion bar e gli urtisti e suggerire loro una collocazione alternativa. La sindaca Virginia Raggi ha annunciato la decisione dei giudici su Twitter: "Addio camion bar e bancarelle davanti monumenti e da piazze storiche. Cassazione ha respinto ricorso ambulanti". La prima cittadina ha poi ringraziato il suo predecessore, Ignazio Marino, per aver avviato l'iter: "Avanti per il decoro e la legalità nella nostra città", ha concluso Raggi.

I giudici della Cassazione hanno respinto il ricorso presentato dagli ambulanti guidati da Alfiero Tredicine, la cui famiglia detiene molte licenze a Roma ed è leader nel settore. Nel 2014 l'allora sindaco Marino aveva varato il cosiddetto ‘Tavolo tecnico per il decoro', che aveva ridotto, come prima mossa, le bancarelle del mercatino di Natale di Piazza Navona. Il tar e il Consiglio di Stato ritennero legittimo il tavolo tecnico di Marino dopo i ricorsi presentati dagli ambulanti e ora anche la Cassazione ha ritenuto "insussistente" l'accusa rivolta dai venditori al Campidoglio: l'aver esercitato un "potere abnorme".

A Roma ci sono circa 11mila ambulanti con regolare licenza che operano in piena legalità. Qualche giorno fa la sindaca Virginia Raggi aveva dichiarato: "Stiamo lavorando affinché nei siti monumentali e archeologici si possa mettere la parola fine alla presenza degli ambulanti, perché la loro presenza non consente la perfetta godibilità dei monumenti. È necessario che il Tavolo del decoro prenda atto di questi luoghi in cui queste attività non possono stare".

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