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Arrestato Marra, Raggi chiede scusa: “Andiamo avanti non è esponente politico”

Arrestato per corruzione Raffaele Marra, fedelissimo della sindaca Virginia Raggi. In manette anche il costruttore Scarpellini.
A cura di Valerio Renzi
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Ha parlato attorno alle 13.30 Virginia Raggi in Campidoglio. Dopo una mattinata di silenzio, tranne qualche reazione degli esponenti nazionali del Movimento 5 stelle, la sindaca ha chiarito: "L'amministrazione va avanti, Marra non è un esponente politico". "Abbiamo appreso con sorpresa dell'arresto di Raffaele Marra per fatti che non riguarderebbero questa consiliatura. Marra era già un dirigente di questa amministrazione e noi ci siamo fidati. Probabilmente abbiamo sbagliato e mi dispiace. Mi dispiace nei confronti dei cittadini romani, del Movimento 5 Stelle e di Beppe Grillo, che aveva sollevato qualche perplessità. Il dottor Marra non è un esponente politico, ma un dirigente dell'amministrazione da dieci anni. Il mio braccio destro sono i cittadini romani ed è per loro che andiamo avanti senza sosta", ha detto Virginia Raggi nella sua brevissima conferenza stampa.

L'arresto di Raffaele Marra, braccio destro di Raggi

Più che una tegola questa volta è venuto giù tutto il tetto. Questa mattina i Ros dei carabinieri hanno arrestato Raffaele Marra, vicinissimo alla sindaca Virginia Raggi, che lo ha voluto al suo fianco in Campidoglio nonostante le pressioni fuori e dentro il M5s per allontanarlo. Già in squadra con Gianni Alemanno al comune di Roma e poi con Renata Polverini alla Regione Lazio, è stato sempre inviso ai grillino più ortodossi.

Tangenti da 350.000 euro dal costruttore Sergio Scarpellini

L'arresto, avvenuto con l'accusa di corruzione, riguarderebbe gli anni in cui Marra era direttore dell’ufficio della Politiche abitative, durante la giunta Alemanno. In manette anche il noto costruttore romano Sergio Scarpellini, definito dal big del Movimento 5 stelle "l'immobiliarista della casta", e con cui Marra ha intrattenuto diversi rapporti d'affari. Un'inchiesta dell'Espresso aveva portato alla luce come Marra e la moglie avessero comprato case dell'ente a prezzi stracciati. Secondo gli inquirenti Scarpellini avrebbe versato a Marra due assegni, per un totale di 350.000 euro, utilizzati da Marra l'acquisto di una casa Enasarco nel quartiere di Prati Fiascali a prezzi stracciati. Denaro per ingraziarsi l'allora responsabile in Campidoglio del dipartimento Politiche Abitative. Le indagini sono partite nel giugno 201t6 e sono sostenute da intercettazioni tra i due, che giustificherebbero la custodia cautelare a Regina Coeli.

Indagini nascono da inchiesta su "Er Gnappa"

Le indagini nascono da un'inchiesta su Manlio Vitale, uno storico esponente della Banda della Magliana detto "Er gnappa. Scarpellini è stato vittima proprio di Vitale, che si recava ogni giovedì – si legge nell'ordinanza – nei pressi del Senato per ricevere dall'imprenditore "una consistente somma di denaro. Dazioni di denaro da ricondurre a un'attività estorsiva".

Raffaele Marra al centro del ‘raggio magico'

Prima nominato vicecapo di gabinetto della sindaca, poi spostato a capo del personale capitolino, è stato descritto come uno dei componenti di primo piano del ‘raggio magico', uno di cui la sindaca si fida ciecamente. Accusato di aver orchestrato le dimissioni dell'ex capo di gabinetto Carla Maria Raineri, è finito nuovamente nel mirino dopo la nomina del fratello – in forze alla Polizia Locale – a dirigente del dipartimento Turismo.

Virginia Raggi lo ha difeso anche sulla nomina del fratello

Ieri la visita della polizia in Campidoglio per acquisire i documenti relativi alle nomine effettuate in questi primi sei mesi di governo del M5s. In particolare una delle procedure nel mirino dell'Anac sarebbe finita la nomina del fratello fatta da Raffaele Marra in qualità di responsabile del personale, nonostante il codice della pubblica amministrazione impedisce la nomina diretta di un familiare. Per questo proprio la sindaca Raggi ci ha messo la faccia, come riporta oggi Mauro Favale su la Repubblica, assumendosene la responsabilità in una memoria inviata pochi giorni fa all'Anac di Raffaele Cantone.

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