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Grande Fratello, sventato blitz degli estremisti di destra alla casa galleggiante

gli agenti di polizia della questura hanno sventato il tentativo di circa trenta attivisti dell’estrema destra capitolina. Con loro avevano fumogeni, volantini e uno striscione che recitava: “La casa è una cosa seria, boicotta il Grande Fratello”.
A cura di Enrico Tata
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Erano pronti a fare un blitz dimostrativo alla casa galleggiante del “Grande Fratello” ormeggiata sulle rive del Tevere nei pressi di ponte Regina Margherita. Si erano radunati nei giardini intorno alla casa pronti ad interrompere la diretta della trasmissione televisiva, ma gli agenti di polizia della questura hanno sventato il tentativo di circa trenta attivisti dell’estrema destra capitolina. Identificati anche alcuni minorenni.

Con loro avevano fumogeni, volantini e uno striscione che recitava: "La casa è una cosa seria, boicotta il Grande Fratello". Tra il materiale acquisito dai poliziotti anche un manifesto di notevoli dimensioni chiaramente ispirato al tema della contestazione della teoria del gender.

In serata escono allo scoperto i militanti del Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile de La Destra che prende il nome da quella che fu del Msi. "Il nostro intento era quello di manifestare di fronte ad una ‘falsa casa galleggiantè, quella del Grande Fratello. Mentre in Italia il futuro dei giovani galleggia miseramente e il diritto alla casa per gli italiani affonda, sul fiume Tevere il potere mediatico gioca per distrarre il popolo dai problemi seri della nostra nazione", spiegano i militanti di destra. "Non c'è stata nessuna manifestazione gender – aggiungono – Sono stati identificati nostri militanti dalle forze dell'ordine quando a causa della pioggia e della pericolosità dell'accesso alle banchine del fiume Tevere avevamo deciso di non manifestare più". Al blitz erano presenti anche i militanti di Lotta Studentesca, la divisione giovanile dei neofascisti di Forza Nuova.

Il precedente nel 2008

L’episodio ha un precedente datato gennaio 2008. In quel caso la "bolla" in plastica trasparente che a Ponte Milvio ospitava tre aspiranti partecipanti al Grande Fratello, era stata distrutta da un gruppo di circa 60 giovani. Anche in quel caso gli attivisti di Casa Pound e Fiamma Tricolore protestavano per l’emergenza abitativa nella Capitale urlando “la casa non è un gioco”.

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