82 CONDIVISIONI

Giornalista aggredito dai poliziotti dopo Roma-Barca: “Stavo solo riprendendo le cariche”

Un poliziotto in borghese mi ha sbattuto contro una serranda, tre suoi colleghi gli vanno in ausilio: mi chiudono in quattro, vogliono il telefono con cui stavo riprendendo, gli ho ripetuto di essere un giornalista”, racconta Giorgio, 23 anni.
A cura di Enrico Tata
82 CONDIVISIONI
Giorgio, 23 anni, racconta un episodio accaduto al termine della partita di Champions League Roma-Barcellona
Giorgio, 23 anni, racconta un episodio accaduto al termine della partita di Champions League Roma-Barcellona

Giorgio Saracino, 23 anni, giornalista, racconta e documenta la violenza subita dalle forze dell'ordine pochi minuti dopo la fine della partita di Champions League tra Roma e Barcellona. "Un poliziotto in borghese mi ha sbattuto contro una serranda, tre suoi colleghi gli vanno in ausilio: mi chiudono in quattro, vogliono il telefono con cui stavo riprendendo, gli ho ripetuto di essere un giornalista", racconta. Giorgio stava festeggiando la vittoria della Roma insieme a tantissimi tifosi giallorossi a Ponte Milvio, a pochi passi passi dallo stadio Olimpico. La polizia era disposta in assetto antisommossa davanti al ponte. "Non succedeva niente, anche se qualcuno, a volte, lanciava qualche bottiglietta di vetro", racconta il 23enne a Fanpage.it.

Dopo un'ora circa la polizia ha caricato per liberare la piazza e i tifosi sono scappati. "A quel punto i lanci di bottigliette sono stati molti, io ho seguito la scena e l'ho registrata con il mio cellulare. Ho seguito i poliziotti. A un certo punto è arrivato uno di loro in borghese, con un manganello in mano. Mi ha detto: ‘Te ne devi annà'. Io avevo il tesserino da giornalista in mano, lui ha provato ha strapparmi il telefono ma io l'ho messo in tasca e sono riuscito a divincolarmi". Giorgio ha seguito ancora i poliziotti mentre si dirigevano verso due ragazzi. A quel punto, "è tornato lo stesso con il manganello, gli ho ripetuto che ero un giornalista, ma lui mi ha urlato: ‘Voglio il telefono'. L'ho nascosto in tasca, ma la registrazione si è interrotta. Mi hanno sbattuto su una serranda tenendomi per la giacca. Altri tre mi hanno bloccato, immobilizzato e poi chiesto i documenti. Il primo mi ha preso il tesserino, poi lo ha piegato e lo ha lanciato sotto una macchina".

82 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views