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Giornalista aggredito dai poliziotti dopo Roma-Barca: “Stavo solo riprendendo le cariche”

Un poliziotto in borghese mi ha sbattuto contro una serranda, tre suoi colleghi gli vanno in ausilio: mi chiudono in quattro, vogliono il telefono con cui stavo riprendendo, gli ho ripetuto di essere un giornalista”, racconta Giorgio, 23 anni.
A cura di Enrico Tata
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Giorgio, 23 anni, racconta un episodio accaduto al termine della partita di Champions League Roma–Barcellona
Giorgio, 23 anni, racconta un episodio accaduto al termine della partita di Champions League Roma–Barcellona

Giorgio Saracino, 23 anni, giornalista, racconta e documenta la violenza subita dalle forze dell'ordine pochi minuti dopo la fine della partita di Champions League tra Roma e Barcellona. "Un poliziotto in borghese mi ha sbattuto contro una serranda, tre suoi colleghi gli vanno in ausilio: mi chiudono in quattro, vogliono il telefono con cui stavo riprendendo, gli ho ripetuto di essere un giornalista", racconta. Giorgio stava festeggiando la vittoria della Roma insieme a tantissimi tifosi giallorossi a Ponte Milvio, a pochi passi passi dallo stadio Olimpico. La polizia era disposta in assetto antisommossa davanti al ponte. "Non succedeva niente, anche se qualcuno, a volte, lanciava qualche bottiglietta di vetro", racconta il 23enne a Fanpage.it.

Dopo un'ora circa la polizia ha caricato per liberare la piazza e i tifosi sono scappati. "A quel punto i lanci di bottigliette sono stati molti, io ho seguito la scena e l'ho registrata con il mio cellulare. Ho seguito i poliziotti. A un certo punto è arrivato uno di loro in borghese, con un manganello in mano. Mi ha detto: ‘Te ne devi annà'. Io avevo il tesserino da giornalista in mano, lui ha provato ha strapparmi il telefono ma io l'ho messo in tasca e sono riuscito a divincolarmi". Giorgio ha seguito ancora i poliziotti mentre si dirigevano verso due ragazzi. A quel punto, "è tornato lo stesso con il manganello, gli ho ripetuto che ero un giornalista, ma lui mi ha urlato: ‘Voglio il telefono'. L'ho nascosto in tasca, ma la registrazione si è interrotta. Mi hanno sbattuto su una serranda tenendomi per la giacca. Altri tre mi hanno bloccato, immobilizzato e poi chiesto i documenti. Il primo mi ha preso il tesserino, poi lo ha piegato e lo ha lanciato sotto una macchina".

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