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Gigi Proietti: “Roma? È peggiorata, non è bello finire sul New York Times come città dei rifiuti”

L’attore romano torna sul palco con il suo spettacolo “Cavalli di Battaglia” la notte di San Silvestro all’Auditorium. Un’occasione per tornare a parlare anche della capitale, dimostrando ancora una volta di essere un cittadino che ci tiene alla sua città, e soprattutto di seguire la cronaca e la politica cittadini.
A cura di Redazione Roma
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Gigi Proietti torna a teatro a Roma e lo fa la sera di San Silvestro sul palco dell'Auditorium Parco della Musica, dove accompagnerà i suoi spettatori fino al 1 gennaio 2019 con lo spettacolo "Cavalli di Battaglia", una raccolta dei suoi personaggi e sketch più famosi. E come ogni fine anno è tempo di bilancio e di buoni propositi, e l'attore romano de Roma torna, intervistato dal quotidiano la Repubblica, a parlare della città. "Speriamo che il 2019 porti finalmente dei risultati. – spiega parlando della pulizia della città con i rifiuti accumulati in strada nei giorni di Natale – Non è bello finire sul New York Times con la città dell'immondizia".

Parla da cittadino che "tiene da morire" alla sua città Proietti, e si vede che segue con attenzione la cronaca cittadina, con la consapevolezza dei problemi della capitale, dagli antichi mali ereditati dallo sviluppo urbanistico caotico, al problematico dopo Malagrotta: "È che Roma è cresciuta a dismisura, male e senza un piano stabilito. Paga le conseguenze di una metropoli senza avere i servizi all'altezza. E poi con la chiusura di Malagrotta è saltato il banco". E poi gli effetti dell'incendio del Tmb Salario ("si è incenerito pure l'inceneritore") con il risultato di avere più rifiuti per strada senza ancora che il ciclo dei rifiuti sia chiuso in modo strutturale: "Ho aperto tre teatri: parlatemi di palco e un'idea mi viene di sicuro. Ma sulla monnezza serve una visione d'insieme, che regga nel futuro. Occorrono degli esperiti".

Così invece Proietti, protagonista del film cult ‘Febbre da Cavallo', solo alcuni giorni fa aveva commentato la chiusura dell'Ippodromo di: "Quando a chiudere sono luoghi per l'aggregazione, per stare insieme, dove si sono passati dei pomeriggi piacevoli, anche se per un gioco, è un dispiacere. Così si perde una tradizione di un luogo storico. Dopo Tor di Valle, dove siamo già intervenuti e non c'è più nulla da chiudere, ma magari da aprire, come lo stadio della Roma…".

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