Gianluca Iannone di CasaPound condannato in appello per lo schiaffo al giornalista Filippo Rossi
Il tribunale di Viterbo ha deciso di confermare in appello la sentenza di primo grado, condannando il presidente di CasaPound Gianluca Iannone a 800 euro di multa e 1500 di provvisionale, per l'occhio nero fatto al giornalista Filippo Rossi. Inoltre dovrà pagare la parcella dei legali del direttore, e inventore, del festival Caffeina. È il 14 luglio del 2012 quando il leader del movimento di estrema destra arriva a Viterbo spalleggiato da diversi militanti della sezione locale dell'organizzazione, e per le strade animate dal festival trova Rossi additandolo come "traditore". Qualche insulto, qualche sberleffo, poi lo schiaffo in pieno viso. Il giorno successivo Filippo Rossi parlerà di un'intimidazione squadrista, mentre dal quartiere generale di CasaPound ironizzeranno così: "Quante storie per uno schiaffone futurista".
Il ban da Facebook di CasaPound è ancora lontano da venire, e il gruppo di Iannone e soci è ancora guardato con curiosità dai media, spesso accondiscendenti verso l'auto narrazione dei "fascisti del terzo millennio", tanto che il numero uno del movimento non si fa troppi problemi a regolare i conti in pubblico e in prima persona, per poi raccontare l'episodio come poco più che una goliardata. La difesa ha sostenuto che il gesto, pur essendoci stato, sarebbe stato involontario e l'obiettivo della reprimenda di CasaPound era solo quella di contestare Rossi senza arrecargli un danno fisico. Se così fosse stato riconosciuto dai giudici Iannone sarebbe stato assolto, essendo stato depenalizzato il reato di ingiuria.
Dopo la sentenza di primo grado Iannone aveva ribadito di non voler porgere nessuna scusa al giornalista, anzi che questo avrebbe forse "meritato di essere schiaffeggiato di nuovo". Ma quale era la colpa di Filippo Rossi? Aver criticato aspramente CasaPound di cui Gianluca Iannone è e era il leader indiscusso. "Traditore" perché quelle critiche provenivano proprio da un giornalista la cui provenienza è proprio da destra.