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Giallo dell’Aniene: gli inquirenti al lavoro sul Dna dell’ultrà

La polizia scientifica ha effettuato prelievi di dna nella casa di Gabriele Di Ponto. Gli inquirenti vogliono la certezza che la gamba mozzata ritrovata nell’Aniene appartenga all’ultrà della Lazio scomparso da Luglio.
A cura di An. Mar.
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Proseguono le indagini degli inquirenti per risolvere il giallo dell'Aniene partito dal ritrovamento di una gamba mozzata nel fiume ad inizio agosto, che si sospetta possa appartenere a Gabriele Di Ponto, pregiudicato ed ultrà della Lazio, attualmente irreperibile. Su delega della Procura della Repubblica di Roma, gli agenti della polizia scientifica stanno raccogliendo campioni da analizzare nella abitazione di Di Ponto, nel quartiere "La Rustica" nella periferia est della città. Abiti, stoviglie, oggetti per l'igiene intima personale sono passati al setaccio dagli agenti che stanno prelevando campioni a caccia di tracce del Dna da confrontare con i resti umani ritrovati nel fiume.

Gabriele Di Ponto è sparito dalla fine del mese di luglio facendo perdere ogni traccia di se, secondo la polizia la gamba ritrovata nell'Aniene apparterrebbe proprio a Di Ponto già noto alle forze dell'ordine. I rilievi del Dna dovrebbero dare la certezza definitiva all'ipotesi della Procura e della Squadra Mobile della Questura di Roma. Per gli inquirenti Di Ponto sarebbe stato ucciso e fatto a pezzi nell'ambito di un regolamento di conti interno al mondo dello spaccio di droga. In questi giorni gli sforzi della polizia per ricostruire l'omicidio ed arrestare gli esecutori, si sono concentrati nel quartiere di San Basilio, uno dei principali luoghi di spaccio della capitale. La gamba mozzata resta l'unico pezzo del cadavere fino ad ora ritrovato dagli inquirenti.

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