Gaia e Camilla, sei consulenti a Corso Francia: “Superperizia svelerà punto d’impatto”
Corso Francia è rimasto chiuso per circa due ore questa notte, per consentire agli agenti della polizia locale e a sei consulenti di svolgere una superperizia sul luogo dove il 22 dicembre scorso le due sedicenni del Fleming Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann sono morte travolte e uccise dall'auto guidata da Pietro Calabrese. La strada è stata interdetta e transennata a partire dalle ore 21, nel tratto tra via Bodio fino al Viadotto ponte Flaminio, verso il centro. Un'analisi con la quale si cercherà di stabilire il punto esatto dell'impatto e la velocità del mezzo guidato dall'automobilista. "Una prima parte del sopralluogo ha riguardato la misurazione della distanza tra i due semafori, per calcolare i tempi di percorrenza – ha spiegato il consulente della famiglia Von Freymann, Paolo Frezza – la seconda i punti di caduta delle due ragazze dai quali poi si può ricostruire dove sono state travolte, attraverso delle formule particolari, in modo che emerga l'esatta altezza dell'investimento". A lavorare a Corso Francia stanotte ben sei consulenti, ognuno dei quali con trent'anni di esperienza alle spalle, che realizzeranno anche una ricostruzione 3D.
Gaia e Camilla morte a Corso Francia
Ci sono alcuni aspetti oscuri sulla vicenda che riguarda la morte di Gaia e Camilla. Tra questi i più importanti e di interesse chiave nelle indagini per l'assunzione delle responsabilità da parte del conducente del veicolo il punto d'impatto e la velocità con la quale stava guidando Pietro Genovese. Ciò per capire, ad esempio, se le due sedicenni stessero effettivamente attraversando la strada sulle strisce pedonali oppure no. Di certo si conosce al momento solo il luogo in cui sono stati ritrovati i corpi, presumibilmente scaraventati in avanti a seguito dell'impatto e distanti diversi metri dal punto d'urto. Per quanto riguarda invece la velocità con la quale quella notte stava guidando il ragazzo, secondo alcuni testimoni sarebbe andato a velocità sostenuta, almeno a 80 chilometri orari, molto al dì sopra del limite consentito su Corso Francia. Gli amici in macchina con lui, invece, hanno spiegato al giudice che erano appena ripartiti con il semaforo verde e che procedevano entro i limiti consentiti. Pietro Genovese si è fermato a circa 200 metri di distanza dal luogo dell'incidente: è risultato positivo all'alcol test.