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Furbetti del cartellino all’ospedale di Viterbo, in 23 timbravano e poi uscivano

In più gli indagati, tra medici e infermieri, facevano figurare prestazioni a domicilio che in realtà non venivano mai eseguite. Secondo le indagini i loro stipendi sarebbero stati gonfiati di oltre 1,3 milioni di euro.
A cura di Enrico Tata
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Truffa alla Asl di Viterbo. Alcuni dipendenti timbravano il cartellino e poi tornavano a casa o sbrigavano faccende personali. Come nel caso di una dottoressa sorpresa a fare spese durante l'orario di ufficio o di un'altra impiegata che assisteva a una recita di Natale mentre in realtà sarebbe dovuta essere a lavoro. In più facevano figurare prestazioni a domicilio che in realtà non venivano mai eseguite. Secondo le indagini i loro stipendi sarebbero stati gonfiati di oltre 1,3 milioni di euro. La truffa coinvolge 23 dipendenti dell'Unità Operativa dell'Ospedale Belcolle di Viterbo, indagati per falso e truffa ai danni della Asl locale. Oggi i carabinieri hanno notificato loro gli avvisi di garanzia, su disposizione della procura, e l'ordine di sospensione dal servizio.

Secondo le indagini i dipendenti della Asl avrebbero spesso timbrato il cartellino, per regolarizzare la presenza sul posto di lavoro, mentre in realtà svolgevano faccende personali. Sono stati inchiodati da alcune telecamere installate dalle forze dell'ordine nei pressi delle macchinette per entrare a lavoro. Gli accertamenti, spiega la Guardia di Finanza, sono stati incrociati con gli esiti del pedinamento e di analisi dei tabulati telefonici ed hanno consentito di monitorare con precisione tutte le effettive presenze e gli spostamenti del personale durante l'orario di lavoro. L'indagine ha accertato che sono stati gonfiati gli stipendi per oltre 1,3 milioni di euro. Mediamente i finanzieri hanno esaminat oltre 1000 posizioni giornaliere.

Dodici indagati, tra medici e infermieri, avrebbero percepito bonus sullo stipendio per prestazioni domiciliari che in realtà non avrebbero mai svolto o che venivano gonfiate inserendo nel rendiconto anche medici che invece non avevano partecipato all'intervento. Una truffa da oltre un milione di euro. La Direzione Generale della A.S.L. di Viterbo "ha da subito attuato ogni forma di collaborazione volta a fare piena luce su questi fatti, anche per tutelare tutto il personale sanitario che svolge silenziosamente e con sacrificio il proprio lavoro nel rispetto delle regole".

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