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Frosinone, la moglie non gli compra le sigarette e lui la massacra di botte: 48enne a processo

Una donna ha denunciato il marito, che da anni la perseguitava con violenze e vessazioni di ogni tipo. L’uomo è stato rinviato a giudizio e la prima udienza del processo si terrà in ottobre, mentre la donna si trova adesso al sicuro nel rifugio che le è stato trovato da un centro antiviolenza cui si era rivolta.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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Botte, minacce e vessazioni: per anni una donna residente a Frosinone è stata oggetto di violenze da parte del marito, che non perdeva occasione per picchiarla e intimidirla. E lei, per molto tempo, non ha proferito parola su quello che era costretta a subire ogni giorno. Ma quando il 48enne, alcolista e violento, ha iniziato a minacciarla di morte, ha deciso di rivolgersi a un centro antiviolenza e andare a denunciare il compagno. Che è stato rinviato a giudizio: e, come riportato da FrosinoneToday, a ottobre si terrà la prima udienza del processo. La donna, che adesso vive in una struttura protetta grazie all'aiuto del centro antiviolenza, ha raccontato di aver subito ogni genere di sopruso. Il marito la picchiava con qualsiasi scusa: inutili erano le sue grida di dolore o il sangue che le usciva dal viso. Lui continuava senza fermarsi, tanto che a volte le si erano rese necessarie le cure al pronto soccorso.

Per essersi dimenticata di comprargli le sigarette, era finita in ospedale. L'uomo era tornato a casa completamente ubriaco e aveva chiesto alla moglie di dargli le sigarette che le aveva chiesto di acquistare. Lei, però, si era dimenticata. Il 48enne ha allora iniziato a colpirla con violenza, l'ha afferrata e le ha fatto sbattere la testa contro lo spigolo di una parete. Per quella ferita, con il sangue che le era iniziato a scendere copioso dal volto, è dovuta andare al pronto soccorso a farsi medicare, non prima di essere riuscita a scappare dal marito che l'aveva iniziata a inseguire per casa con un coltello in mano, urlandole che l'avrebbe ammazzata. In un altro episodio, l'ha quasi speronata con la sua macchina mentre stava guidando, dicendole che se fosse rientrata in casa l'avrebbe uccisa. Da lì, la richiesta di aiuto al centro antiviolenza. E adesso l'uomo dovrà affrontare il processo.

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