Formia saluta Mario Piccolino. Sul luogo dell’omicidio le impronte del killer

La camera ardente e poi il corteo che ha accompagnato il feretro fino in chiesa. Oggi Formia ha dato l'ultimo saluto a Mario Piccolino, 71 anni, blogger e avvocato i prima fila per contrastare l'ascesa della criminalità organizzata nel Sud Pontino, freddato lo scorso 29 maggio con un colpo d'arma da fuoco alla nuca nel suo studio. Un addio commosso quello di familiari, parenti, amici, collaboratori, esponenti delle istituzioni. In prima fila il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo, legato a Piccolino da un rapporto di collaborazione molto stretto, e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che ha annunciato "una conferenza di carattere nazionale sulle infiltrazioni della Camorra per richiamare tutte le forze dello Stato e perché si faccia argine. Abbiamo deciso entro la fine del mese di convocare a Formia una conferenza contro la mafia per la legalità, affinché tutte le istituzioni e i cittadini possano avere un'occasione per confrontarsi su come garantire il massimo impegno su questo fronte."
Importanti novità arrivano anche dal fronte delle indagini per trovare l'assassino e gli eventuali mandanti dell'omicidio di Piccolino. E gli inquirenti si continuano a concentrare sulla pista della criminalità organizzata, soprattutto dopo il riscontro sui proiettili usati, che sarebbero stati sparati da un'arma della Camorra, una 38 special. L'assassino, catturato di sfuggita da alcune telecamere di sicurezza avrebbe attorno ai 55 anni, di media statura, corpulento e con i capelli bianchi. Sul luogo del delitto avrebbe lasciato decine d'impronte.
Il Sindaco: "Città infiltrata, serve mobilitazione istituzioni"
Il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo lancia l'allarme sull'infiltrazione della criminalità organizzata a Formia e nel Sud Pontino. "Qui tutti sanno che uccidere Mario era come uccidere me – spiega Bartolomeo- Mario si rendeva conto che le cose che scriveva erano pericolose. Gli dissi mettiamo una porta un po' più consistente e lui mi rispondeva ‘se mi vogliono uccidere lo fanno lo stesso'. Non era inquadrabile ma era preoccupato. Non pensavo che si arrivasse a questo, temevo qualche schiaffo, ma una uccisione proprio no. Mi sarei rivolto subito al questore". "C'è un fatto imprescindibile, la città è infiltrata da parte di organizzazioni criminali, e dei loro interessi. Alcuni li conosciamo, altri no. Non abbiamo gli anticorpi naturali per vincere questa situazione perché per noi è nuova. Dal dopoguerra ad oggi non si è mai registrata una cosa simile. A questo devono far fronte le istituzioni. Servono controlli e non solo dopo tre giorni dall'uccisione di Piccolino, ma tutti i giorni", ha concluso il sindaco di Formia.