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Fondi, comunità per tossicodipendenti diventa base di un’organizzazione criminale: 13 arresti

Questa mattina tredici persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza: secondo l’accusa, avrebbero trasformato il cortile di una comunità di recupero per tossicodipendenti nel quartier generale di un’organizzazione criminale. E da lì avrebbero gestito le piazze di spaccio a Roma e Frosinone.
A cura di Natascia Grbic
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Il cortile di una comunità di recupero per tossicodipendenti diventato il quartier generale di un'organizzazione criminale legata anche al narcotraffico internazionale. Un capo, C.Z., che stava scontando una pena di nove anni nel centro, e che aveva dato vita a una struttura formata da più di dieci persone che lavoravano al suo servizio. Un sodalizio terminato questa mattina quando, al termine di lunghe indagini, i militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza – sotto il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia della Procura di Roma – hanno arrestato tredici persone accusate di far parte dell'organizzazione. "Operazione Charun", questo il nome dato a tutto il procedimento. Che era iniziato già nel 2016 e aveva portato all'arresto di quattro persone, colte in flagranza di reato. Oggi ne sono portate in carcere altre tredici: una di loro è stata fermata all'aeroporto di Fiumicino mentre tornava dal Cile con sei chili di cocaina nascosta nel bagaglio. La droga era stata messa in alcuni prodotti per il corpo: secondo le forze dell'ordine avrebbe portato all'organizzazione un guadagno di circa due milioni di euro.

Operazione Charun, dal cortile della comunità alle piazze di spaccio

Il cortile della comunità di recupero per tossicodipendenti era la base dove i vertici dell'organizzazione organizzavano lo smercio della droga, che era tenuta in un magazzino a Casal Bruciato. Il traffico di stupefacenti interessava non solo la città di Roma, ma anche Frosinone: e così, dal giardinetto del centro, il capo dell'organizzazione e i suoi collaboratori pilotavano il giro d'affari nel Lazio, intrattenevano rapporti con i fornitori, gestivano la cassa e i luoghi di custodia della droga e della armi, e distribuivano gli stupefacenti ai pusher che poi spacciavano nelle piazze. I guadagni dell'organizzazione erano così elevati che il denaro ricavato dalla vendita della droga è stato riciclato in diversi esercizi commerciali. Un alimentari e una pescheria a Talenti, un altro negozio a Conca D'Oro, due locali a Ostia. Nel magazzino di Casal Bruciato dove era conservato l'hashish e la cocaina sono state rivenute anche armi e un libro contabile. Tutte le persone arrestate sono state accusate non solo di spaccio, ma anche di detenzione abusiva di armi. Il capo dell'organizzazione, un uomo originario di Fondi in provincia di Latina, era finito nella comunità di recupero nel 2017, dopo alcuni mesi di latitanza. Le accuse nei suoi confronti erano sempre legate al traffico di stupefacenti, a cui si aggiungeva l'estorsione e reati in materia d'armi.

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