video suggerito
video suggerito

Fiumicino, dopo il rogo al Terminal 3 è allarme diossina e sostanze cancerogene

Nel registro degli indagati, nell’inchiesta aperta dalla procura di Civitavecchia sull’incendio che nella notte tra il 6 e il 7 maggio ha distrutto il Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, sono entrati due nuovi nomi. Si tratta di un dirigente della Asl Roma D e di un manager di Adr.
A cura di Valerio Renzi
69 CONDIVISIONI
Immagine

[/caption]

Nel registro degli indagati, nell'inchiesta aperta dalla procura di Civitavecchia sull'incendio che nella notte tra il 6 e il 7 maggio ha distrutto il Terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino, sono entrati due nuovi nomi. Si tratta di un dirigente dell'Asl Roma D, inquisito per abuso di ufficio, e di un manager di Aeroporti di Roma per il quale si ipotizza il reato di violazione della normativa sulla sicurezza dei lavoratori. Se il dirigente della struttura sanitaria, secondo il procuratore Gianfranco Amendola e il pm Valentina Zavatto, non avrebbe agito per garantire le condizioni di sicurezza e salute dei lavoratori, il manager di Adr avrebbe invece permesso ai suoi impiegati di tornare a lavoro in condizioni nocive.

L'Arpa Lazio ha infatti rilevato nell'aria la presenza di elementi tossici e altamente cancerogeni in concentrazioni ben al di sopra della media. Si tratta di diossina, pcb e furani. L'Unione sindacale di base hanno chiesto l'intervento del ministro dei Trasporti Graziano Delrio, denunciando come molti lavoratori abbiano denunciato malori la notte del rogo: "Nonostante l’operazione di ‘camouflagep con paratie di emergenza che coprono le aree bruciate e non ancora bonificate e profumi che spruzzano odore di eucalipto – si legge nella nota del sindacato -, l’aria è ancora irrespirabile in molte zone del terminal in cui è avvenuto l’incendio". Al Delrio l'Usb chiede "l’esenzione di impiego nelle zone a rischio salute, ovvero adiacenti al terminal 3, per tutti i lavoratori che certifichino patologie respiratorie, per quelli che hanno patologie oncologiche pregresse o in corso e per le donne in stato di gravidanza o allettamento".

In un comunicato Aeroporti di Roma risponde alle accuse sottolineando "di non avere a tuttora alcuna segnalazione da parte di Arpa o dell'Asl Roma D o di altro Ente competente in materia, che confermi la presenza di tale elemento chimico".  "Adr, inoltre, conferma che le analisi di rilevazione della qualità dell'aria condotte da HSI Consulting srl e Biochemie Lab srl su almeno 100 postazioni di lavoro e ambienti in aree limitrofe a quelle colpite dall'incendio, ricercando circa 6000 analiti, non hanno evidenziato alcun parametro sopra la norma – si legge nella nota -. Adr, insieme ad Enac e agli altri Enti e Operatori aeroportuali si è adoperata sin dai primissimi momenti dell'evento a porre in essere azioni mirate alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri, tutelando nel contempo, nel rispetto delle regole e dei principi di precauzione, la continuità dell'erogazione dei servizi essenziali alla popolazione".

69 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views