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Il piccolo Gabriel Feroleto soffocato dalla mamma

Fiori bianchi e giocattoli vicino casa del piccolo Gabriel. E intanto crolla l’alibi del papà

Fiori bianchi, messaggi, un piccolo camion giocattolo dei vigili del fuoco sono stati lasciati nei pressi dell’ingresso della casa dove viveva il piccolo Gabriel Feroleto, il ragazzino di due anni e mezzo strangolato dalla mamma a Piedimonte San Germano, vicino Cassino, provincia di Frosinone. Intanto la compagna del papà di Gabriel smonta l’alibi dell’uomo.
A cura di Enrico Tata
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Fiori bianchi vicino alla casa di Gabriel Feroleto
Fiori bianchi vicino alla casa di Gabriel Feroleto
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Molti mazzi di fiori bianchi e un piccolo camion giocattolo sono stati lasciati nei pressi dell'ingresso della casa dove viveva il piccolo Gabriel Feroleto, il ragazzino di due anni e mezzo strangolato dalla mamma a Piedimonte San Germano, vicino Cassino, provincia di Frosinone. E intanto anche l'alibi del papà sembra crollare sotto le sue bugie e continui cambi di versione. Il piccolo Gabriel sarebbe stato ucciso tra le 14 e le 15 e 30 di mercoledì 17 aprile. Il padre del bambino, Nicola Feroleto, ha sempre detto di trovarsi a casa in quell'orario, ma un'intercettazione sembra smentirlo. In una conversazione con la compagna, lui le chiede di confermare il suo alibi: "Per favore, puoi dire che io ero a casa con voi dalle 14 alle 15 e 30?".

La compagna del padre di Gabriel fa crollare il suo alibi

La donna ha raccontato la sua versione dei fatti in un'intervista rilasciata a Pomeriggio Cinque, la trasmissione condotta da Barbara D'Urso. "Mi sembrava diverso di carattere, poi ha detto: ‘Ho conosciuto una ragazza, ma non l'ho conosciuta io, è lei che è venuta da me. Lei è rimasta incinta e me l'ha detto'. Quel giorno lui era qua, ma solo dalle 15 e 30 in poi. Non alle 14 come ha detto lui. La prima volta l'ho chiamato, era mezzogiorno e un quarto e lui mi ha detto che stava a Cassino. L'ho richiamato e non mi ha risposto. Poi l'ho richiamato di nuovo e mi ha risposto e ha detto che stava venendo. Nicola è arrivato alle 15 e 30 e ha subito mangiato, senza dire una parola. Lui mi ha chiesto di confermare il suo alibi, ma io non l'ho fatto, ho detto la verità. Per lui provo odio, gli direi: ‘Mi fai schifo'".

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