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Filmavano festini hard a base di sesso e cocaina, poi ricattavano le vittime

Ai clienti truffati arrivando a chiedere tra i 20mila e i 40mila euro per distruggere i video ripresi di nascosto e non diffonderli.
A cura di Enrico Tata
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Riprendevano i festini hard a base di sesso e cocaina all’insaputa dei clienti e li ricattavano, minacciando di diffondere i filmati, arrivando a chiedere tra i 20mila e i 40mila euro. Una vera e propria organizzazione messa in piedi nel 2013 da due gigolò, A.S. e G. D., un impiegato Atac, ed Eva, una escort ungherese. Della banda faceva parte anche un poliziotto, S.C., che si informava sui patrimoni delle possibili vittime. In cambio riceveva qualche serata intima con Eva. I clienti vengono adescati sul sito “Bakekaincontri”. Una delle vittime è un autore della Rai. L’uomo, 50 anni, ha diversi incontri con Eva spendendo tra i 200 e i 2mila euro a notte. Gli incontri vengono ripresi dai truffatori e per tenere la bocca chiusa chiedono 40mila euro alla vittima. Il 50enne però denuncia l’estorsione.

Un’altra vittima è un libero professionista che i due gigolò capiscono subito essere un uomo facoltoso. Chiedono all'agente di fare verifiche negli archivi sullo stato patrimoniale dell’uomo e dopo aver accertato che i soldi potrebbero esserci, chiedono al libero professionista 20mila euro dopo avergli fatto credere di aver avuto un rapporto a tre anche con un minorenne. L’uomo, per paura che il video finisca nelle mani della moglie, paga una parte della somma richiesta. La coppia è responsabile anche di una rapina ai danni di un laureando che, al termine di un rapporto a tre, viene prima addormentato con del sonnifero e poi spogliato del Rolex, di soldi e del bancomat.

Anche una donna viene truffata. Si tratta di una giovane colombiana in cerca di soldi. Chiede alla banda 50mila euro, loro gli promettono i soldi, ma chiedono un anticipo di 5mila euro. Quando la colombiana scopre di essere truffata, chiede spiegazioni a A. S. ma lui, secondo quello che sostiene l’accusa, la violenta.

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