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Festa dell’Unità Roma: Renzi rinuncia. Paura delle proteste o di Ignazio Marino?

Dopo il blitz a sorpresa di ieri oggi il premier Matteo Renzi ha dato forfait alla Festa dell’Unità di Roma. Paura delle contestazioni, magari fatte in casa? Forse. Oppure il segnale chiaro che Palazzo Chigi, al di là delle formule di rito, ha abbandonato Ignazio Marino a se stesso.
A cura di Valerio Renzi
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Si è presentato ieri con un blitz a sorpresa Matteo Renzi alla Festa dell'Unità di Roma. In compagnia del presidente del partito e commissario del Pd romano Matteo Orfini, si è concesso un giro tra gli stand stringendo mani e facendo selfie, prima di ingaggiare una partita a biliardino tra gli avventori divertiti e i flash delle macchine telecamere. Ma la presenza di Renzi era in programma oggi alla festa cittadina del Partito democratico di Roma, confermata fino a stamattina, tanto che lo staff della sicurezza del premier avrebbe chiesto di farlo parlare su un palco diverso rispetto a quello preposto per i dibattiti, è stata annullata nel pomeriggio all'ultimo momento.

Paura di contestazioni? Forse. Eppure fino ad oggi Matteo Renzi non si era mai tirato indietro dal parlare mentre fuori la polizia allontanava o caricava manifestanti più o meno pacifici. Ma forse questa volta la paura non era di ricevere i fischi dei centri sociali o dei movimenti di lotta per la casa, quanto per i malumori interni del Pd. Ma paura di un'imboscata, di essere impallinato sul palco dal fuoco amico.

L'assenza di Renzi dalla piazza di Roma, proprio nel giorno in cui Ignazio Marino presenta la sua nuova giunta, non è però cosa che può passare inosservata. Un messaggio chiaro: Palazzo Chigi non solo non vuole essere sporcato dagli schizzi di fango di mafia capitale, che hanno invece travolto fino al collo il Pd di Roma, ma ne vuole sapere forse ancora di meno di Ignazio Marino, sindaco in caduta libera nei sondaggi e alla guida di una città in crisi che si prepara ad una cura da cavallo di tagli e privatizzazioni.

E con i romani, i cittadini, gli iscritti, "il popolo del centrosinistra" (che intanto per strada ha perso anche Sel fuori dalla giunta) chi ci parla? Quelli che avrebbero voluto sentire il loro segretario rassicurarli sullo stato di salute del "loro" partito, che si volevano sentir dire che il Pd, nonostante mafia capitale, è diverso dagli altri, dai corrotti e da chi esegue gli ordini di lobby e mafie, si dovranno invece accontentare di una panino con la salsiccia.

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