Ferrovie dello Stato: “Pronti ad entrare in Atac”

Si a "sinergie" e "partnership", "no" alla privatizzazione e all'ingresso di Ferrovie dello Stato nell'azionariato di Atac. Queste in sintesi le reazioni dal Campidoglio dopo l'annuncio di Fs di essere interessata ad investire in Atac, la municipalizzata del trasporto pubblico locale con i conti che non tornano mai. La notizia arriva dalla commissione industria riunitasi ieri in Senato per voce dell'Ad di Fs Michele Elia: "siamo disponibili ad entrare in Atac e Atm, a ragionare con le amministrazioni locali per gestire meglio il trasporto pubblico locale".
Le reazioni. Risponde a stretto giro il sindaco Ignazio Marino, per il quale "un'integrazione dei servizi è quello che la nostra giunta auspica. Non che ci sia una condivisione di proprietà con altre aziende o una privatizzazione ma che Atac diventi interessante dal punto di vista economico e finanziario per altre aziende". L'assessore ai Trasporti Guido Improta più diplomaticamente parla di tempi "prematuri" per parlare di "un'integrazione societaria", e rilancia: "già da domani ad aprire un tavolo per avviare partnership con l'obiettivo di migliorare l'integrazione tra i vari soggetti che erogano servizi". Assolutamente contraria Sel a qualsiasi processo di privatizzazione, mentre nella maggioranza il più aperto al confronto sembra essere il capogruppo democratico D'Ausilio: "Personalmente non sono contrario a scelte di liberalizzazioni tramite procedure competitive di soci industriali nelle aziende totalmente partecipate". Assolutamente favorevoli all'operazione gli industriali: "da tempo auspichiamo – commenta il presidente degli Industriali e delle imprese di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, Maurizio Stirpe – un riordino complessivo del trasporto pubblico locale. Affidare ad un grande player la gestione di Atac porterebbe questa importante municipalizzata fuori da una situazione che da anni ormai è di grande criticità".
Lo spettro del Salva Roma incombe però sul futuro delle aziende municipalizzate romane, in particolare di Atac e Ama. Il testo che ha evitato alla Capitale il commissariamento parla chiaro: se verranno mancati gli obiettivi di rientro triennali presentati da Marino al Parlamento e al ministero del Tesoro, le privatizzazioni saranno un passo obbligato per far quadrare i conti.