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Fase 2, i balneari premono per aprire spiagge e stabilimenti. Ma ancora non ci sono le regole

I balneari premono per far partire la stagione già a partire dal 18 maggio, ma i comuni frenano. In assenza di linee guida del governo, non è ancora possibile stabilire cosa accadrà con l’inizio della fase 2 e se questa preveda la riapertura delle spiagge. Che, a Roma, sono state chiuse sin dall’inizio del lockdown.
A cura di Natascia Grbic
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Roma si prepara a entrare nella Fase 2: dopo quasi due mesi di lockdown, le restrizioni saranno allentate e inizierà la convivenza con il virus. C'è però un aspetto che non viene specificato nel nuovo decreto: quello dell'apertura delle spiagge e dell'eventuale inizio della stagione balneare 2020. La sindaca Virginia Raggi ha decretato la loro chiusura sin dall'inizio del lockdown, ma non è chiaro se a partire dal 4 maggio le cose cambieranno. E soprattutto se stabilimenti e spiagge libere riapriranno al pubblico. Federbalneari Italia ha chiesto al governo la riapertura già dal 18 maggio, pena l'impossibilità di ‘salvare la stagione'. È però evidente che con tutta probabilità non ci saranno i margini per la riapertura al pubblico in soli venti giorni, soprattutto perché non sono ancora chiari gli strumenti da mettere in campo per favorire il distanziamento sociale.

"Stiamo lavorando insieme alla sindaca Raggi e ai sindaci dei Comuni vicini ai nostri per trovare un modo per far ripartire la stagione, mettendo in sicurezza in primis i cittadini. Intanto siamo in attesa delle disposizioni del Governo", ha spiegato a Fanpage.it Giuliana Di Pillo, presidente del X Municipio. "È chiaro che si tratta di una questione di organizzazione degli spazi e di non affollamento dei litorali. Vanno messe in pratica delle norme e dovremo essere molto attenti per regolare il tutto". Riapertura sì quindi, ma solo quando saranno individuate le condizioni di sicurezza. E non è detto che questo accada a breve.

Per quanto riguarda la stagione balneare, nel corso delle ultime settimane si è parlato di varie proposte. Ingressi contingentati, apertura degli stabilimenti privati e ombrelloni solo su prenotazione, braccialetti per mantenere le distanze di sicurezza e addirittura plexiglass tra una postazione e l'altra. Attualmente, non c'è nulla di certo: solo se e quando il governo scriverà delle linee guida nazionali, si potrà iniziare a ragionare sul come aprire. Di Pillo spiega che sono in corso valutazioni: "Bisogna studiare un sistema in cui ci sia la massima cautela. È perfettamente comprensibile che le persone vogliano riappropriarsi della propria vita, ma bisogna stare attenti. Un passo falso significa buttare all'aria tutti i sacrifici che abbiamo fatto, dobbiamo esserne consci. Non possiamo compromettere la strada che abbiamo intrapreso finora e che ha dato ottimi risultati, dobbiamo continuare su questa via".

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