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Evade da una clinica di Genzano in taxi: ricercato don Ruggero Conti, condannato per abusi su minori

Stando a quanto ricostruito nelle indagini, don Ruggero avrebbe abusato di sette bambini quando era parroco della chiesa di Selva Candida, Roma. Era stato trasferito in una clinica di Genzano di Roma per problemi di salute.
A cura di Enrico Tata
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Ha chiamato un taxi ed è evaso. Da martedì scorso don Ruggero Conti, ex parroco romano arrestato per pedofilia, ha abbandonato la clinica di Genzano di Roma, Castelli Romani, dov'era ricoverato. Si trovava agli arresti domiciliari ma, in seguito a una richiesta presentata al tribunale di sorveglianza, ha ottenuto il trasferimento presso una struttura sanitaria per problemi di salute. Pur essendo sottoposto a controlli, gli è bastato chiamare e attendere un taxi per evadere.

La vicenda: il prete avrebbe abusato di almeno sette bambini

Il prete 63enne è stato condannato in appello a maggio 2013 a una pena di 14 anni e due mesi. Stando a quanto ricostruito nelle indagini, don Ruggero avrebbe abusato di sette bambini quando era parroco della chiesa di Selva Candida, nord di Roma. Fu arrestato nel giugno del 2008 mentre stava organizzando un viaggio per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Secondo gli inquirenti per dieci anni avrebbe abusato dei bambini a lui affidati in oratorio, nelle gite e nei campeggi estivi. Altre violenze sarebbero avvenute, hanno dimostrato successive indagini, anche negli anni Ottanta, quando il prete ancora non era sacerdote ed insegnava educazione Sessuale a Legnano. Episodi che sono caduti in prescrizione. Nel 2008, riporta Repubblica, il don fu garante delle Politiche per le periferie e per la famiglia del sindaco di Roma Gianni Alemanno.

"Esprimiamo grande soddisfazione per la sentenza della corte d'appello poiché la tesi dell'accusa è stata rispettata. Riteniamo che con questo appello si è finalmente scritta la parola fine a questa vicenda", dichiarò dopo la lettura della sentenza della Corte d'appello l'avvocato di parte civile Fabrizio Gallo. Vicenda che, evidentemente, alla luce dell'evasione di martedì ancora non si è conclusa.

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