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Ennesimo borseggio per ‘Madame furto’, ancora in arresto: la famosa ladra viene subito riconosciuta

‘Madame furto’, una 32enne bosniaca abilissima nei borseggi, è stata arrestata per l’ennesima volta oggi alla stazione Termini di Roma. Un arresto oggi, uno in estate e un altro ancora a febbraio. Ma la donna è sempre riuscita ad evitare il carcere presentando richiesta di pene alternative al Tribunale di Sorveglianza a causa dei suoi tanti figli piccoli.
A cura di Enrico Tata
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Madame furto
Madame furto

Il suo volto, appeso tra le foto segnaletiche di tutti i commissariati e le stazioni dei carabinieri, è ormai molto noto alle forze dell'ordine. Per questo, passare inosservata è sempre più difficile per ‘Madame furto', una 32enne bosniaca abilissima in furti e borseggi. La donna è stata arrestata ancora una volta, pizzicata da un carabiniere libero dal servizio e in abili civili che l'ha notata all'interno di un ascensore della fermata della metropolitana alla stazione Termini. Sicuro di averla riconosciuta proprio a causa della notorietà della ladra, l'ha fermata insieme a una 37enne connazionale. Le due borseggiatrici sono state trovate in possesso di un portafogli con dentro yen in contanti, carte di credito e documenti di una turista giapponese. Quando le due sono state accompagnate in caserma, tra l'altro, sono state riconosciute da una famiglia di turisti spagnoli come le ladre responsabili di un furto ai loro danni. Grazie alle indicazioni della ‘Madame', che ha di fatto ammesso il furto, il portafogli rubato è stato recuperato sui binari della metropolitana alla fermata Manzoni. I 135 euro trovati in tasca alla borseggiatrice erano stati rubati proprio da quel protafogli. Le due complici sono state processate ieri mattina con il rito direttissimo e ‘Madame furto' è stata accompagnata in carcere.

Lo scorso primo agosto la ladra era finita in manette per un altro borseggio avvenuto alla stazione Termini e prima ancora, a febbraio, per un furto alla stazione Metro Repubblica. La donna è riuscita sempre ad evitare il carcere chiedendo pene alternative al Tribunale di Sorveglianza a causa dei suoi tanti figli piccoli.

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