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Emergenza rifiuti Roma. Ecco perché Cesano non vuole l’impianto di compostaggio

I cittadini di Cesano sono pronti ad autofinanziarsi e a percorrere vie legali contro il progetto per la costruzione di un impianto di compostaggio all’interno del XV Municipio. Al centro dell’assemblea cittadina che si è svolta ieri 25 gennaio, il tema della viabilità che non sarebbe idonea al transito degli autocarri in un’area fortemente compromessa da fattori già esistenti.
A cura di Alessia Rabbai
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La periferia non è un posto in cui lasciare ciò che non si vuole. Siamo pronti ad autofinanziarci e a procedere per vie legali contro la realizzazione dell’impianto di compostaggio in via della Stazione di Cesano”. Così i cittadini di Osteria Nuova e Santa Maria di Galeria, riuniti in assemblea e da domenica mobilitati con una raccolta firme. Sembra ormai cosa certa che il Municipio XV nella periferia nord di Roma ospiterà uno dei centri di trattamento dei rifiuti previsti dal Campidoglio per far fronte all’emergenza della Capitale. Cesano e Casal Selce sarebbero i due siti individuati per la costruzione dei nuovi impianti, come dichiarato dall’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari. Cesano dovrebbe raccogliere l’umido di tre municipi, XV, XIV e III, per un totale di circa 50mila tonnellate di immondizia l'anno.

Impianto di compostaggio: perché non a Cesano

Un’assemblea quella di ieri 25 gennaio che ha trovato un’ampia adesione tra la popolazione. Si è parlato di impatto ambientale e di rischi esistenti, per dire basta al degrado della periferia. In primo piano, il tema della viabiltà: “Cesano non ha strade idonee al passaggio degli autocarri. Ci hanno spiegato che il traffico dei rifiuti transiterebbe solo lungo la via Braccianese e non per via di Baccanello, ma nessuno può garantirci questo” ha espresso con perplessità, il comitato di quartiere “Avremmo il passaggio  giornaliero di veicoli per 365 giorni all’anno, con un impatto rilevante sulla qualità ambientale”. A commentare le carte presentate in Regione, l’ex presidente Pd del XV, Daniele Torquati: L’impianto non può essere costruito qui perché non sarebbe sufficientemente lontano dalle case. Il progetto che è stato presentato dall’amministrazione per noi non è sufficiente. Come minoranza abbiamo fatto un’interrogazione alla quale ci hanno risposto pochi mesi fa che ancora non c’era nulla di fatto; qualche settimana fa ne abbiamo protocollata un’altra, alla quale non c’è stata data ancora risposta”.

Compostaggio tra antenne e rifiuti radioattivi

Cesano come area già altamente compromessa. Il comitato di quartiere ha parlato di “Triangolo delle Bermude” facendo riferimento alle antenne di Radio Vaticana e alle scorie nucleari dell’Enea Casaccia. L’impianto di compostaggio costituirebbe dunque un ulteriore peggioramento della qualità della vita per chi abita in questa periferia.Nei pressi dell’area a ridosso della quale dovrebbe essere costruito l’impianto passa l’acquedotto di approvvigionamento idrico, un acquedotto antico augusteo, il depuratore Cobis che serve i comuni del Lago e l’acquedotto che rifornisce Roma” continua il comitato.

Amministrazione assente

Assente al confronto con i cittadini il presidente Cinque Stelle del XV Municipio Simonelli, che nei precedenti due incontri non si è mai opposto al compostaggio ma che ha dichiarato: “Sarà fatta una scelta consapevole”. Rispondendo all’invito del comitato di quartiere all'incontro organizzato ha scritto: “Siamo in attesa di un riscontro sulle tematiche elencate all’assessorato alla Sostenibilità ambientale ed Ama Spa che sono emerse nell’incontro di ottobre scorso – e ha continuato – Il municipio sarà promotore di un incontro aperto appena ricevuta risposta. Per questo io e l’assessore all’Ambiente Annunziata non interverremo a questa assemblea”.

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