Emergenza rifiuti: acceso il tritovagliatore a Ostia. Smentite le promesse di Raggi e M5s
Alla fine il tritovagliatore di Ostia è stato acceso. Nonostante le promesse del Movimento 5 stelle degli scorsi mesi e le rassicurazioni di Ama. Ma l'emergenza rifiuti è alle porte, gli obiettivi fissati per la raccolta differenziata da raggiungere nel 2021 sono ancora lontani, e la monnezza è tornata ad accumularsi nelle strade della capitale. Non è bastato neanche l'ok della regione Emilia Romagna ad accogliere parte dell'indifferenziata prodotta dai romani, e allora a mali estremi estremi rimedi e ieri Ama ha acceso il macchinario per il trattamento dei rifiuti in un capannone industriale su via Romagnoli.
Da quanto è stato reso noto il tritovagliatore lavorerà dalle 6 dal mattino alle 12, e tratterà solo l'immondizia del litorale romano. Un modo per alleggerire gli impianti Tmb di Salaria e Rocca Cencia, che rischiano di trasformarsi nuovamente in discariche temporanee. L'amministrazione del X Municipio, dove il M5s ha vinto le elezioni lo scorso novembre, ha chiarito di non esserne a conoscenza e immediatamente l'assessore Alessandro Ieva e la presidente Giuliana Di Pillo si sono recati sul posto per un sopralluogo.
Il M5s ai cittadini: "Niente puzza e meno rifiuti in strada"
Rassicurante il messaggio inviato dalla giunta pentastellata di Ostia ai cittadini. "Abbiamo assistito alla lavorazione dei rifiuti, avvenuta senza odori né rumori particolarmente molesti, con l’attivazione dell’impianto si risparmia il costo del trasporto ai Tmb di Rocca Cencia o Salario, e in più si possono trattate i rifiuti sul territorio senza che poi questi restino qui. Perché saranno poi portati a una ditta di Chieti, ha spiegato Alessandro Ieva. L'assessore ha poi sottolineato che non si tratta di una discarica, e dato la colpa delle polemiche a una "comunicazione sbagliata della vicenda, gestita male all’inizio quando l’Ama decise il trasferimento senza avvertire il Comune", ma "ora il tritovagliatore servirà anche a diminuire i rifiuti su strada".
Su Facebook interviene anche la minisindaca Giuliana Di Pillo, con un lungo post in cui spiega cosa accade nell'impianto e sottolinea i benefici per il territorio: "Il prodotto pretrattato consiste nella tritatura e separazione in parti piccole e grandi, e di ulteriore materiale metallico gestito con la fase ordinaria. Il risultato del primo trattamento dei rifiuti viene subito conferito nei cassoni e, senza che restino accumuli nello stabilimento, trasferito da un’impresa privata presso la sede di Chieti che provvede alla fase successiva di trattamento. La gestione ordinaria del pomeriggio continua nello smaltimento presso i Tmb di Rocca Cencia, Salario e Malagrotta. Si dovrebbe evitare, di fatto, di assistere allo spiacevole e indecoroso fenomeno di presenza dei rifiuti attorno ai cassonetti".
Quando Raggi prometteva: "Nessun impianto a Ostia"
Per il M5s si tratterebbe così addirittura di un vantaggio per i cittadini, anche se di una situazione emergenziale si tratta. Non sembrano pensarla allo stesso modo i cittadini che vivono nella zona attorno all'impianto, densamente popolata, preoccupati per il via vai dei camion (in una zona in cui l'impatto del traffico su via dei Romagnoli è già alto), ma soprattutto degli odori e dei disagi che può provocare l'impianto. Solo alcuni mesi fa il capogruppo in Campidoglio del Movimento 5 stelle, Paolo Ferrara che è proprio espressione dello storico meet up di Ostia, dichiarava: "Questa agitazione da parte dei partiti è ridicola non arriverà mai a Ostia. Invece di perdere tempo con le chiacchiere la vecchia politica si rimbocchi le maniche e dia una mano al ripristino della legalità nel decimo Municipio".
"La Sindaca ha dichiarato con fermezza che il tritovagliatore non verrà spostato nel nostro Municipio. Per me questa è garanzia assoluta", affermava Di Pillo facendo eco alle promesse della sindaca venuta a visitare il litorale. A smentire le parole di Virginia Raggi veniva poi reso pubblico un documento della Regione Lazio da cui emergeva come la richiesta di autorizzazione veniva dal comune e non era mai stata ritirata.