A Roma 2.600 famiglie sono in emergenza abitativa. Si tratta di quelle famiglie che, senza un alloggio, con un reddito inferiore a quello di accesso alla casa popolare, e con una relazione dei servizi sociali che attesta la loro situazione, si sono rivolte al Comune per una soluzione. Ma le soluzioni al momento non ci sono. Di più, il buono casa non viene più erogato. È quanto emerso martedì 11 in una Commissione Trasparenza dedicata al tema della graduatoria ERP, convocata dal responsabile casa del PD Yuri Trombetti e presieduta dal consigliere Marco Palumbo. Assente l’assessorato. A rispondere alle domande dei rappresentanti sindacali il direttore del Dipartimento Politiche Abitative, Stafano Donati. Quanti sono i nuclei in emergenza abitativa a Roma? Quante case sono assegnate annualmente? C’è stato un rallentamento delle assegnazioni nell’ultimo anno? Come si fa a sapere la propria posizione in graduatoria, senza dover fare un accesso agli atti? Quanti alloggi popolari gestiti dal Comune di Roma sono occupati abusivamente? Sono molte le informazioni sulla gestione delle politiche abitative che cittadini, sindacati e giornalisti faticano ad ottenere dal Comune di Roma. Ieri le prime risposte.
La graduatoria ERP: 2000 nuove domande all'anno
Secondo il direttore del dipartimento Stefanio Donati le assegnazioni di case non sono rallentate nell’ultimo anno: tra assegnazioni e cambi alloggio sarebbero state circa 450 nel 2019. Per quanto riguarda la possibilità per i richiedenti di consultare la propria posizione in graduatoria, il dirigente ha parlato della possibilità di modificare l’elenco sostituendo l’attuale nominativo, parzialmente criptato, con un numero di protocollo.
Se le assegnazioni non sono diminuite il problema della casa però rimane: a fronte di 450 assegnazioni arrivano circa 2.000 nuove domande l’anno – ma il dato certo non si conosce. L’ultimo bando è del 2012 e viene aggiornato ogni sei mesi con le nuove domande; attualmente sono circa 13mila le famiglie in graduatoria per una casa popolare – ma le domande eliminate anche per vizi di forma sono circa 7mila. Su 74mila case popolari, il Comune di Roma ne gestisce direttamente 28mila.
Di più, l'attesa in graduatoria non è uguale per tutti. Secondo Enrico Puccini di Osservatorio Casa Roma, presente in Commissione, uno dei nodi nell’assegnazione di alloggi popolari è il rapporto tra numerosità dei nuclei e dimensioni degli alloggi: «sulle prime 1.500 posizioni per punteggio in graduatoria, 960 sono persone sole, prevalentemente anziani. Ma la scarsità di alloggi piccoli penalizza questi nuclei rispetto a quelli numerosi, che si vedono assegnata la casa prima». Si potrebbe, secondo Puccini, studiare la composizione della graduatoria e del patrimonio per ridefinire i rapporti tra metri quadri e persone così da garantire l’equità nelle assegnazioni.
I residence sono in chiusura e il buono casa non è più erogato
Negli anni passati i nuclei in emergenza abitativa venivano inseriti in uno dei residence affittati dal Comune, ma i residence sono in chiusura e lo strumento introdotto dall’amministrazione Marino per compiere la transizione, il buono casa – un contributo fino a 800 euro con cui trovare una casa in affitto sul mercato privato – non viene più erogato. Secondo Donati infatti il buono casa è attualmente erogato a circa 400 nuclei provenienti dai residence, ma le nuove richieste non sono più accettate.
I contributi all’affitto non funzionano
Per i nuovi nuclei in emergenza abitativa ci sarebbero, in teoria, altri due strumenti: il contributo economico di 516 euro introdotto con la delibera 169 del 2019 e il contributo all’affitto (la 163) erogato dai municipi. Ma il primo non riesce a coprire l’intero costo di un canone di mercato, e del resto trovare una casa in affitto a un prezzo accessibile sul mercato privato romano è un’impresa anche per chi non è in emergenza abitativa. La seconda misura è scarsamente finanziata e già stenta a soddisfare le richieste pregresse nei municipi.
Sarà dunque molto complesso dare risposte alle 2.600 famiglie in emergenza abitativa che si sono rivolte al Comune.
Poca trasparenza nell'accesso ai dati
Se il presupposto per trovare soluzioni al problema della casa a Roma è la volontà politica, l’assenza dell’assessorato in Commissione martedi è stata duramente criticata da Fabrizio Ragucci di Unione Inquilini. L’assenza di trasparenza, l’impossibilità di accedere ai dati, la mancanza di risorse e personale degli uffici pubblici, la cui “ritrosia” a fornire informazioni è stata riconosciuta anche dal dirigente del dipartimento, sono alcuni degli elementi critici che il Comune di Roma, lo stesso che pochi giorni fa approvava il Piano Strategico di Roma Smart City basato su tecnologia e digitale, dovrà urgentemente superare.