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Ultime notizie sull'omicidio di Elisa Pomarelli

Elisa Pomarelli, la sorella alla manifestazione a Roma: “Ti hanno uccisa, non mi do pace”

Debora, la sorella di Elisa Pomarelli, ha letto una lettera oggi alla manifestazione transfemminista di Non Una di Meno contro la violenza sulle donne. Un momento toccante, che ha scosso tutte le persone presenti. “Non riesco a darmi pace, perché i giornali sembrano aver trasformato l’assassino che ha interrotto il battito del tuo cuore in un eroe tenero e buono”.
A cura di Natascia Grbic
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"Ciao Elisa, mai avrei pensato di scriverti questa lettera. Faccio fatica a convincermi che tutto questo sia realtà. una realtà terribile, tremenda, in cui non ci sei più". Comincia così la lettera di Debora, la sorella di Elisa Pomarelli, letta durante la manifestazione nazionale transfemminista di Non Una di Meno che si è svolta oggi a Roma. Elisa è stata uccisa da Massimo Sebastiani lo scorso 25 agosto a Piacenza. L'uomo non tollerava che Elisa non volesse avere una relazione con lui: e per questo l'ha uccisa, strangolandola nel pollaio della sua abitazione. Elisa era lesbica, mai avrebbe potuto amare Sebastiani, al quale aveva però offerto la sua amicizia: e così lui ha deciso di ucciderla, al termine di una giornata passata insieme. Dopo si è dato alla fuga, nascondendosi per tredici giorni. Dopodiché è stato arrestato. Debora Pomarelli fino all'ultimo ha sperato che la sorella fosse viva: e ancora oggi non si dà pace per quello che è accaduto, soprattutto per la narrazione che alcuni giornali hanno fatto dell'assassino. Riportiamo qui la lettera da Debora letta durante la manifestazione:

Ciao Elisa, mai avrei pensato di scriverti questa lettera. Faccio fatica a convincermi che tutto questo sia realtà. Una realtà terribile, tremenda, in cui non ci sei più. Ti scrivo sperando tu possa sentirmi. Sei stata, sei e sempre sarai la mia migliore amica. Eli, sei davvero forte! Hai smussato l'anima di tante persone e hai riavvicinato tanti amici e parenti. eri sincera e trasparente, quando eri al mio fianco mi sentivo sicura. Io e te siamo cresciute insieme, siamo state compagne di giochi e di avventure. Abbiamo condiviso gioie e dolori, momenti di risate e di pianto. Pensavo che ci saresti stata nel mio futuro, e che ogni problema lo avremmo affrontato insieme. Ma la vita non l'ha voluto. Chi è la donna che non si è trovata davanti a uomini che hanno in qualche modo cercato di sorpassare la soglia? Prima della tua morte ho sopportato e accettato a testa bassa, scappando via impaurita e insicura. Ma tu hai fatto uscire un mio nuovo lato, quello che ha il coraggio di dire no. Voglio che nessuno si dimentichi chi eri e non voglio che la tua morte sia stata inutile. Tu sei stata uccisa, un uomo ha potuto decidere sulla tua vita e questo mi tormenta notte e giorno. Non voglio che altre madri, padri, sorelle e fratelli vivano questo dolore che ha colpito e distrutto la nostra famiglia. Queste tragedie non devono più avvenire. La donna non è una proprietà privata ma una creatura vivente e come tale ha libertà di scegliere. Nella nostra società il potere è ancora dell'uomo, può addirittura decidere quando mettere fine alla vita di una persona da lui definita amata. Non riesco a darmi pace, perché i giornali sembrano aver trasformato l'assassino che ha interrotto il battito del tuo cuore in un eroe tenero e buono. Voglio rimediare ai miei sbagli passati, non voglio essere passiva. Devo difendermi, perché tu sei la vittima, non la colpevole. Voglio urlare al mondo quanto eri bella e sincera, l'unico sbaglio che hai fatto è esserti fidata di un bugiardo che diceva di volerti bene. Io vivrò per avere giustizia, tu sei la mia stella luminosa nel cielo.

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