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Educazione sentimentale a scuola: “Contro la violenza insegniamo parità e differenze di genere”

Un progetto rivolto alle classi di bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni del I e del III Municipio, raccontato dall’assessora alla scuola di Montesacro Claudia Pratelli, rivolto alle scuole come comunità educanti, ma anche a famiglie e genitori per educare alle differenze e alla parità di genere, per prevenire la violenza contro le donne e i fenomeni di bullismo.
A cura di Valerio Renzi
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È stato presentato ieri il progetto “ABC, Alfabeti per l’educazione sentimentale”, che coinvolgendo bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni nelle classi di diversi paesi europei (oltre all'Italia Belgio, Germania, Portogallo e Spagna), prenderà il via dal prossimo anno scolastico in sei classi del III Municipio e in cinque classi del I Municipio di Roma, grazie all'impegno di AIDOS e dell'associazione S.CO.S.S.E. in collaborazione con gli enti di prossimità, un percorso ludico educativo che riguarderà le insegnanti e gli insegnati delle scuole coinvolte che riceveranno un a formazione; i bambini e le bambine delle classi coinvolte con giochi di ruolo, case studies, monti di discussione e approfondimento durante l’orario curricolare e insieme agli insegnanti della classe ; i genitori è il territorio grazie alla relazione con le associazioni, i centri antiviolenza e i servizi sociale.

L'iniziativa è stata raccontata a Fanpage.it da Claudia Pratelli – assessora alla scuola del III Municipio  – che spiega come per combattere la violenza di genere, ma anche la discriminazione degli orientamenti sessuali, è necessario costruire una cultura del rispetto e del riconoscimento delle differenze e dell'altro a cominciare dalla comunità e dalla scuola: "Esiste un'oppressione delle donne nella nostra società. Era sicuramente più visibile per le nostre nonne che hanno sposato chi voleva il padre. È un po’ meno visibile, ma ancora pervasivo oggi, dato che le donne guadagnano mediamente meno degli uomini, scontano tassi di disoccupazione e inoccupazione più alti, vedono gravare su di loro i carichi di cura. E rimangono molto robusti gli stereotipi di genere. Proprio in questi giorni in cui abbiamo l’orgoglio dei riflettori puntati sulla nazionale di calcio femminile, tocchiamo con mano i commenti medievali e insultanti che circolano proprio sulle nostre ragazze mondiali". Idee che secondo l'esponente della giunta di Giovanni Caudo non circolano "solo nei bassifondi del web" ma "anche dalle parti del Governo" come dimostra "la partecipazione del Ministro della famiglia e del ministro dell’istruzione oltre che del ministro degli interni alla convention di Verona".

Un progetto rivolto ai ragazzi e ai bambini di oggi, per prevenire il bullismo, le discriminazioni ma anche la violenza sulle donne: "Il progetto che presentiamo oggi, io lo intendo così: ambizioso e radicale. Ambizioso perché vuole rappresentare un tassello decisivo per scardinare il modello patriarcale. Radicale perché va alla radice, ovvero intende partire dall’educazione delle bambine e dei bambini della primaria e della secondaria di primo grado. Un’educazione alle differenze e alla parità. Non c’è un altro modo che non sia l’educazione e non c’è luogo più importante della scuola per lavorare sul futuro. Ma anche sul presente. L’investimento educativo che si fa a scuola, sulle bambine e sui bambini retroagisce sui genitori e sul territorio. Educare i bambini educa un po’ anche gli adulti insomma".

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