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È morto Gino Falleri, storico vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio

Nato nel 1926 a Mercatello sul Metauro (Pesaro-Urbino), Gino Falleri ricopriva l’incarico di vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio dal 1964. È scomparso oggi a Roma all’età di 92 anni.
A cura di Enrico Tata
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Gino Falleri
Gino Falleri

Dell’Ordine dei giornalisti diceva: "È come una creatura e non lo lascerò mai". E infatti Gino Falleri è rimasto in carica, come vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio, fino alla sua morte. Nato nel 1926 a Mercatello sul Metauro (Pesaro-Urbino), ricopriva l'incarico dal 1964 ed è scomparso oggi a Roma all'età di 92 anni. Iniziò la sua carriera scrivendo sul Messaggero, poi collaborò con Momento Sera, Il Giornale d'Italia, Italia Sera, l'Opinione, Il Globo, l'agenzia di stampa Asca e il Gr2 della Rai. "Nel suo ufficio al secondo piano di piazza della Torretta riceveva ogni giorno i colleghi più giovani ai quali non faceva mancare consigli e suggerimenti. Rivedeva le pratiche con rigore, ma anche con grande comprensione perchè sapeva che non era facile iniziare la professione soprattutto oggi in una congiuntura così critica per l’editoria. Scrupoloso fino all’inverosimile, conosceva i codici come un avvocato, ricordava a memoria gli articoli del penale e del civile e leggeva con attenzione le sentenze della Corte di Cassazione che rammentava ai colleghi che lavoravano con lui in Consiglio", si legge sul sito dell'Ordine del Lazio. I funerali si terranno domani, 19 marzo, a Roma alle ore 15 nella Parrocchia di San Mattia, Via Renato Fucini, 285.

Questo il ricordo del presidente dell'Ordine dei Giornalisti Carlo Verna e il segretario Guido D'Ubaldo: "Se ne è andato in punta di piedi, senza essere riuscito a onorare l’ultimo appuntamento a pranzo, che la malattia che ha combattuto con tutte le sue forze lo costringeva a rinviare continuamente. A Gino Falleri piaceva la buona tavola, ma amava soprattutto condividerla con gli amici. Con i piedi sotto al tavolino disegnava strategie e scenari della nostra categoria, con una lucidità impressionante, fino all’ultimo giorno. Era il vice presidente dell’Ordine del Lazio, ruolo che ha ricoperto con passione e orgoglio fino alla fine. E’ stato uno strenuo difensore dei giornalisti, ha aiutato i giovani che vogliono avvicinarsi a questa professione, ricordava senza rimpianti che avrebbe potuto sostenere l’esame da professionista e invece ha preferito restare sempre tra i pubblicisti, il suo mondo, che conosceva perfettamente, in tutte le sue sfaccettature".

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