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È morto Francesco D’Amata: ex assessore alla Regione Lazio e presidente della provincia di Frosinone

Il politico di lungo corso si è spento questa mattina a ottant’anni. Storico esponente in Ciociaria della Democrazia Cristiana, è stato a assessore alla Sanità e all’Agricoltura alla Regione Lazio e presidente della provincia di Frosinone. Conosciuto da amici e concittadini di Pontecorvo con il soprannome di ‘Fernandone’, i funerali si terranno domani.
A cura di Redazione Roma
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Lutto per la politica ciociara. È morto questa mattina a ottant'anni Fernando D'Amata, una lunga carriera nelle istituzioni e per anni punto di riferimento nella provincia di Frosinone per la Democrazia Cristiana. Soprannominato ‘Fernandone', D'Amata è stato eletto alla Regione Lazio dal 1985 fino al 1995, ricoprendo anche l'incarico di assessore alla Sanità e all'Agricoltura. Legatissimo al suo territorio di provenienza, in particolare alla sua Pontecorvo, è stato anche presidente della provincia di Frosinone e consigliere comunale. "Con lui ho sempre avuto una amicizia sincera, forte e semplice. Gli albori della politica li devo a lui e al mio papà. La passione mi è nata tra le mura domestiche grazie a entrambi. Non posso non avere, dunque, un commosso e affettuoso ricordo per la sua persona. Esprimo la mia vicinanza e il cordoglio alla famiglia", il ricordo del sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo. I funerali dell'uomo politico si svolgeranno domani, giovedì 17 gennaio, nella parrocchia di San Nicola a Pontecorvo a partire dalle ore 15.00

L'ultima apparizione televisiva di D'Amato è stata lo scorso ottobre, durante una puntata della trasmissione "Stasera Italia Weekend", in onda su Rete 4. Nel corso del dibattito, dedicato all'abolizione dei vitalizi, aveva espresso con veemenza la sua opinione difendendo il suo vitalizio e spiegando perché non si trattasse di un privilegio ma di un diritto: “Sono soldi guadagnati, ci devo rinunciare per fare un favore a Di Maio? Non ho rubato niente. Si tratta di diritti acquisiti. Il ragionamento è semplice: Di Maio e Salvini hanno la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, per poter approvare una nuova disciplina. Ma toccare i diritti acquisiti non lo trovo giusto. Sono stato consigliere regionale (della Dc) per dieci anni: dal 1985 al 1995. Per due volte anche assessore. E ogni mese ho versato il 29% di contributi per poi ottenere il vitalizio. Si tratta di un diritto stabilito dalla legge. Fra le altre cose all'epoca mi misi in aspettativa, per dedicarmi a tempo pieno all'attività amministrativa. Una scelta fatta guardando anche al futuro: non è che adesso si può dire che deve cambiare tutto".

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