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Dopo lo sgombero il pasticcio dell’accoglienza: 64.000 euro per un mese. Via il dirigente sceriffo

Prima viene individuato uno stabile del comune risultato inadeguato, poi una soluzione dell’ultimo minuto che costerà al Campidoglio 64.000 euro per un mese. Rimosso il dirigente del Dipartimento Patrimonio Aldo Barletta, che in questi anni si è dimostrato inflessibile nel chiedere sgomberi e sfratti.
A cura di Valerio Renzi
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L'assessora Laura Baldassarre interloquisce con gli occupanti prima dello sgombero
L'assessora Laura Baldassarre interloquisce con gli occupanti prima dello sgombero

Aldo Barletta, il temutissimo dirigente del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale, inflessibile quando si tratta di ordinare sfratti e sgomberi, è stato allontanato dalla sua poltrona con un'ordinanza della sindaca Virginia Raggi. Una decisione già presa da tempo ma che sarebbe stata accelerata dopo lo sgombero di via Cardinal Capranica. Come raccontato dalla giornalista di Romatoday Ylenia Sina ieri, la gestione dell'accoglienza delle famiglie sgomberate sarebbe nella realtà tutt'altro che un successo rispetto a quanto raccontato dalla sindaca e dall'assessora alle Politiche Sociale Laura Baldassarre: Roma Capitale, alla vigilia dello sgombero ha cercato in fretta e furia una soluzione, con il Dipartimento guidato da Barletta che ha indicato un edificio risultato poi inagibile e la necessità di ricorrere a una soluzione emergenziale e molto costosa.

Fino al prossimo 14 agosto le persone sgomberate potranno dimorare in due strutture,  una a Centocelle con 86 posti disponibili, e altri 24 posti letto in un centro d'accoglienza a Tor Vergata. Costo complessivo 64.000 euro e nessuna certezza al momento sul futuro alloggiativo di chi ha accettato. Se in un primo momento si parlava di 145 persone tra adulti e minori, le famiglie che hanno deciso di trovare una soluzione alternativa a quella messa a disposizione del comune sono salite nel corso dei giorni. C'è chi ha cercato ospitalità presso conoscenti, in tanti hanno scelto di trovare posto nell'accoglienza offerta da altri palazzi occupati.

Se la Prefettura deciderà di marciare dritto con il suo cronoprogramma di sgomberi, dove finiranno le persone allontanate dalle case loro case? Il Campidoglio ha ripetutamente affermato di essere contraria ad atti di forza, senza che vengano prima concordate soluzioni alternative dignitose e stabili per chi si trova in emergenza abitativa. È quello che l'assessora Baldassarre chiama "modello Carlo Felice", riferendosi allo sgombero concordato dello stabile di San Giovanni. Di fronte alla determinazione di procedere con gli sgomberi – i prossimi dovrebbero essere gli stabili di via del Caravaggio e di via Tempesta dove vivono più di 600 persone – però non è chiaro cosa accadrà, se il Campidoglio batterà i pugni sul tavolo o se si procederà di emergenza in emergenza.

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