Dopo la morte di Diabolik gli Irriducibili sono alla ricerca di un nuovo capo per governare la curva
Sono passate tre settimane dall'omicidio di Fabrizio Diabolik Piscitelli. Tre settimane in cui l'assassino e i mandanti non hanno ancora un nome, anche se le indagini puntano su un'esecuzione ordinata dalla criminalità organizzata. E intanto la Curva Nord si trova senza un capo. Domenica primo settembre è stato giocato il derby tra Roma e Lazio, il ‘Diablo-Day', così come è stato ribattezzato dagli Irriducibili. Il gruppo unico del tifo biancoceleste si è dimostrato ancora padrone della situazione. Ma rimarrà così ancora per molto? La morte di Diabolik segna un punto di svolta, che potrebbe cambiare gli equilibri fuori e dento la curva. È ancora il momento del lutto, ma gli Irriducibili probabilmente affronteranno una necessaria fase di ridefinizione, con una nuova leadership che si dovrà imporre senza l'ombra di Diabolik, anche se potrà usare il suo nome per legittimarsi.
Prima di tutto bisognerà vedere se gli Irriducibili resteranno uniti, poi se la politica del gruppo unico, sancita da Piscitelli al suo rientro in Nord, riuscirà a imporsi ancora a lungo. Piscitelli è morto da troppo poco tempo perché altri gruppi possano pretendere di tornare con i loro striscioni e le loro sigle in curva: il periodo del lutto deve essere rispettato, e non farlo vorrebbe dire tagliarsi le gambe.
Dal luglio del 2017 gli spalti sono tornati a essere solo degli Irriducibili: il gruppo, dopo un periodo di declino dovuto a divisioni, Daspo e arresti è tornato a essere egemone sul tifo organizzato biancoceleste, arrivando anche a imporre lo scioglimento di altri gruppi sotto la minaccia di ritorsioni. Lo testimonia con chiarezza questo comunicato firmato Irriducibili Lazio Curva Nord che decretava lo scioglimento del Lazio Hit Firm:
Teniamo a precisare quanto segue :il gruppetto Lazio Hit firm già da qualche mese non esiste più. Non esporrà più né pezze né striscioni. Ai ragazzi di curva, e ai giovani che verranno, si ricorda e si precisa che nella nostra Curva Nord la linea da seguire è, e rimane, quella del gruppo unico e che non saranno più ammessi stendardi e gruppetti nati dal nulla e con nessuna esperienza alle spalle.
Il controllo della curva però era tenuto anche dalla presenza di Fabrizio Piscitelli. Era Diabolik che manteneva un equilibrio, nessuno aveva il coraggio di mettersi contro di lui e i suoi, nessuno era in grado di contrapporre al suo prestigio nel mondo ultras curriculum altrettanto blasonati. Da sempre ultras di "lotta e di governo", la gestione degli Irriducibili se in una prima fase dopo il rientro in Curva aveva rialzato le quotazioni del tifo biancoceleste, vede anche molti (soprattutto tra i più giovani) scontenti. E, se adesso tutti sono compattati per via della morte di Diabolik, tra qualche tempo alcuni vecchi dissapori potrebbero cominciare a trapelare.
Sintomi del dissenso già si erano manifestati negli scorsi mesi. A gennaio, Piscitelli aveva rilasciato delle dichiarazioni considerate morbide da una parte della curva che lasciavano intendere la possibilità di un'apertura al dialogo con l'ex ministro Matteo Salvini. A febbraio, nei gruppi WhatsApp e nei circuiti laziali, è uscito un volantino firmato ‘Ordine Lazio‘. Si tratta di un gruppo che non è mai esistito e che non si è mai manifestato nemmeno nei mesi successivi. Si è trattato di un fake, una provocazione, un modo per manifestare il dissenso senza esporsi, un messaggio agli Irriducibili?
All'inizio di luglio, gli Irriducibili hanno annunciato che il prossimo anno avrebbero ritirato lo striscione dalla Curva Nord e non sarebbero più andati in trasferta in segno di protesta contro il decreto sicurezza bis. E questo potrebbe lasciare un vuoto. La curva della Lazio era già un pentolone che bolliva. Restava solo un coperchio a tenere tutto: Diabolik. Ora il coperchio è saltato: chi prenderà in mano la curva, è tutto da vedere.