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Dopo 3 mesi Vittorio Sgarbi si dimette da sindaco di Sutri: “Non ci sono le condizioni”

Dopo meno di tre mesi di governo Vittorio Sgarbi dà le dimissioni da sindaco di Sutri, comune della Tuscia, dopo un’animata riunione di maggioranza terminata con l’arrivo dei carabinieri, chiamati dallo stesso critico d’arte e opinionista, che oggi si scaglia contro parte della sua stessa maggioranza.
A cura di Redazione Roma
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Eletto lo scorso 10 giugno sindaco di Sutri, il critica d'arte e opinionista Vittorio Sgarbi, dopo meno di tre mesi da primo cittadino del comune in provincia di Viterbo, ha annunciato in una nota le sue dimissioni attaccando la stessa maggioranza che lo sostiene. "Non ci sono le condizioni per proseguire l’esperienza di sindaco Sutri; la cecità e il disinteresse per il bene della città hanno superato ogni limite, per l’insensata spartizione di posti. Me ne vado da Sutri e dalla Tuscia che io amo più di loro, perché l’ho scelta, e non ci sono arrivato per nascita o per destino – scrive Sgarbi – La partita è finita. Mi dimetto il 21 settembre". L'annuncio arriva dopo un'animata riunione di maggioranza terminata con l'arrivo dei carabinieri, chiamati dallo stesso Sgarbi che ha presentato un esposto contro il consigliere di maggioranza Matteo Amori, che tra le altre cose è cognato del vicesindaco Felice Casini.

"L’accordo politico si chiama politico, quello familistico si chiama mafioso. E loro vogliono fare l’accordo familistico", attacca ancora Sgarbi in un'intervista al quotidiano il Messaggero in cui non nasconde le frizioni all'interno della maggioranza e denuncia quelle che ritiene indebite pressioni. "Posso nominare gli assessori che voglio e loro se vogliono possono sfiduciarmi, non me ne frega niente. Io non ho niente da perdere: se vogliono piegarsi, come è giusto che facciano, okay, se invece pretendono di avere chissà che cosa allora si torna a votare e vincerà il loro nemico", ha spiegato. Il critico d'arte ha dettato anche le condizioni per una sua eventuale marcia indietro le dimissioni di Matteo Amori: "Amori si scusi. Così lo riammetto in consiglio comunale, se no alla prima seduta chiamo i carabinieri e lo faccio cacciare. Per me non è più consigliere, non ho alcuna intenzione di discutere con della gente bugiarda. Bugiardo Casini, bugiarda la Cacchiarelli: mi hanno ingannato con una riunione di giunta che per loro era di maggioranza".

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