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Distrutta la fontana del Cupido a Villa Pamphilj: è il terzo atto vandalico in pochi giorni

Questa notte ignoti si sono introdotti a Villa Pamphilj e hanno distrutto i gigli della fontana del Cupido. Lo ha annunciato la sindaca Virginia Raggi, augurandosi che siano presto trovati i colpevoli. Non è la prima volta che vandali entrano in azione nella storica villa, ma è la terza volta in pochissimo tempo.
A cura di Natascia Grbic
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Vandalizzate per la terza volta le statue di Villa Pamphilj. Questa notte ignoti si sono introdotti nel parco e hanno danneggiato la fontana del Cupido, distruggendo i digli che adornano il monumento. Un episodio inspiegabile, che avviene a pochi giorni dalla distruzione di vasi e statue. A dare la notizia dell'ennesimo atto vandalico, la sindaca Virginia Raggi su Twitter: "A Villa Pamphilj ieri notte è stata danneggiata la fontana del Cupido. Sono stati distrutti i dodici gigli presenti sulle colonne. Un episodio vergognoso, compiuto da veri e propri barbari. Mi auguro che i vandali responsabili di questo scempio siano subito individuati e puniti". Chi ha distrutto i gigli lo ha fatto coscientemente, si è preso del tempo e ha agito indisturbato, protetto dalle tenebre. Ma a che scopo distruggere la fontana?

Distrutte targhe e fontane a Villa Pamphilj

Il primo atto vandalico a Villa Pamphilj si è avuto il pomeriggio di giovedì 5 marzo, quando ancora il lockdown non era stato imposto su Roma. Ignoti hanno distrutto le targhe dedicate a Rosa Luxemburg e Vittoria Nenni e si sono poi dati alla fuga: finora non sono stati ancora individuati. Qualche giorno fa sono state invece distrutte due statue: anche in questo caso, non si sa chi sia stato a compiere l'atto vandalico. Anche in quel caso era intervenuta la sindaca Virginia Raggi, auspicando che i responsabili fossero trovati e puniti. Ora è stata distrutta la fontana del Cupido. Non è chiaro se la mano dietro questi gesti sia la stessa, o se a compierle siano state persone differenti. Che ora rischiano non solo una denuncia per danneggiamento, ma anche una multa da migliaia di euro.

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