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Discarica abusiva su via Tiburtina: così gli svuota cantine smaltivano illegalmente i rifiuti

L’area è stata sottoposta a sequestro e sarà bonificata. Le indagini condotte dalla Polizia Locale su segnalazione di diversi cittadini della zona, hanno portato a ricostruire l’intera filiera dello smaltimento illegale di rifiuti denunciando dieci persone per reati ambientali. Coinvolto anche il titolare di una carrozzeria abusiva.
A cura di Redazione Roma
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Le operazioni di scarico nella discarica abusiva documentate dalla Polizia Locale
Le operazioni di scarico nella discarica abusiva documentate dalla Polizia Locale

Dieci persone sono state individuate e denunciate per reati ambientali dalla Polizia Locale di Roma Capitale, per aver trasformato un'area abbandonata in zona Tiburtina in una vera e propria discarica abusiva, dove venivano smaltiti illegalmente rifiuti speciali e ingombranti. Dopo le segnalazioni di alcuni residenti della zona, gli agenti hanno iniziato verifiche e monitoraggi, utilizzando i "sistemi di video sorveglianza presenti nell'area, installati per il controllo dei reati ambientali", documentando così "il reiterato sversamento illegale di rifiuti quali pneumatici, materiale di risulta e mobilio".

Le indagini sono riuscite così a ricostruire la filiera illegale dello smaltimento dei rifiuti. Individuate in prima battuta tre persone, appartenenti tutte alla stessa famiglia di etnia rom, che qui scaricavano calcinacci, scarti edili e parti di mobili, ma anche centinaia di pneumatici in cambio di un compenso versato loro da un italiano di 45 anni, che svolgeva l’attività di gommista in forma completamente abusiva all'interno di un locale Ater. Con un furgone andavano a prendere i pneumatici e, incassato il denaro, andavano a scaricare nell'area dove abbandonavano anche altro materiale dopo aver compiuto trasporti e servizi di vario genere.

Nei confronti del 45enne non solo è scattata la denuncia per reati ambientali, ma anche 5000 euro di multa e il sequestro dell'officina con tutte le attrezzature all'interno. Il locale è tornato così nelle disponibilità dell'ente che gestisce le case popolari. Inoltre "tutti i responsabili di tali illeciti dovranno provvedere a loro spese alla rimozione ed al regolare conferimento dei rifiuti presso impianti autorizzati".

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