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Opinioni

Dirigenti del comune avvertono CasaPound e Forza Nuova delle case popolari assegnate ai rom

Una “manina”, un dirigente promosso ai tempi di Gianni Alemanno, avvertirebbe CasaPound e Forza Nuova delle assegnazioni di case popolari a cittadini di origine straniera e rom, così da permettergli di organizzare tensioni. Un’ipotesi denunciata dai sindacati degli inquilini e presa sul serio dagli inquirenti che indagano.
A cura di Valerio Renzi
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I primi a parlare di una "manina" che dagli uffici dell'Ater passava le informazioni alle organizzazioni di destra ed estrema destra, è stato il sindacato degli inquilini Asia Usb. Una tesi che, dopo i fatti di Casal Bruciato, è stata presa sul serio anche in procura con l'apertura di un'indagine a piazzale Clodio. Lo stesso sindacato, ricostruendo come erano nate le tensioni per l'assegnazione di un casa popolare a una famiglia rom su via Tiburtina, ricostruiva le modalità anomale con le quali era avvenuta: "Come mai si assegna una casa popolare ed il presunto assegnatario si presenta nella casa popolare di domenica alle ore 18.00, senza essere accompagnato dai vigili urbani di Roma Capitale e da funzionari del comune di Roma dipartimento al Patrimonio come avviene in questi casi; anzi, soprattutto in questi casi?".

Lo stesso sospetto è venuto all'Unione Inquilini, il cui segretario romano Fabrizio Ragucci aveva parlato di "dipendenti infedeli all'interno dell'ufficio assegnazioni", che agirebbe con l'esplicito obiettivo di far scoppiare disordini e problemi all'arrivo di famiglie rom o di origine straniera al momento in cui arrivano a prendere possesso di un'abitazione. È successo a Casal Bruciato, ma negli scorsi mesi è accaduto anche al Trullo, a Tor Bella Monaca e in altri quartieri popolari di Roma dove CasaPound e Forza Nuova si sono "paracadutati" in più di un'occasione per fronteggiare le presenze ritenute "sgradite".

Oggi il tema torna sulle pagine dei quotidiani assieme alla notizia di un'inchiesta della Guardia di Finanza su chi vive e abita nel palazzo occupato di via Napoleone III, sede di CasaPound. Secondo quanto appreso da Fanpage.it i "sospetti" si starebbero appuntando su alcuni dirigenti le cui simpatie di destra non sono mai state un segreto, promossi all'epoca dell'amministrazione Alemanno e ancora al loro posto, che passano sistematicamente le informazioni alle organizzazioni di estrema destra. Un'ipotesi su cui, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, starebbe lavorando anche la Digos e smentita dai diretti interessati. Intanto il ministero dell'Interno e la prefettura di Roma hanno stilato una nuova lista di stabili da sgomberare con priorità secondo il criterio di quelli pericolanti e dove ci sono sentenze della magistratura. Tra questi non c'è la sede del movimento di estrema destra.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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