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Dimissioni Marino, il giorno dopo: “Per cacciarmi mi avrebbero messo cocaina in tasca”

“Prima di interrompere un’esperienza votata dagli elettori si doveva tentare di tutto. Ma di fronte agli errori commessi, emersi anche in queste ore, non si poteva più andare avanti”, è il commento di Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario del partito a Roma.
A cura di Enrico Tata
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“Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo della cocaina in tasca”. Non ci sta Ignazio Marino, sindaco dimissionario di Roma, e si sfoga così in un’intervista rilasciata a Massimo Gramellini, vicedirettore de La Stampa. E sugli scontrini, quelle note spese che ne hanno determinato, di fatto, le dimissioni ammette: “Io non so cosa ci hanno scritto sopra. Ho consegnato gli scontrini agli uffici, come si fa in questi casi. Non escludo che possa esserci stata qualche imprecisione da parte di chi compila i giustificativi”.

“Noi abbiamo tagliato le unghie a chi voleva mettere le mani sugli affari”, si difende l’ex sindaco e poi si toglie qualche sassolino dalla scarpe con il suo partito, Il Pd: “Mi hanno espresso vicinanza in due. Il ministro Graziano Delrio e Giovanni Legnini, entrambi molto avviliti per quanto accaduto”, e su Renzi dice: “Non avendo avuto l'opportunità di parlare col presidente del consiglio, non ho potuto conoscere qual è il suo giudizio”.

Giallo sulle dimissioni

Si apre il giallo sulle dimissioni di Ignazio Marino. Dopo le dichiarazioni del vicesindaco Marco Causi, che aveva parlato di un atto già chiuso e protocollato, da quello che si apprende dagli uffici del Campidoglio però non risulta che nessuna carta firmata da Marino sia ancora stata ricevuta. Poi la nota del Campidoglio, che chiarisce come le dimissioni saranno ufficializzate lunedì. "Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, formalizzerà le sue dimissioni dall’incarico nella giornata di lunedì 12 ottobre consegnandole nelle mani della presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio", si legge nel comunicato.

Grandi manovre nel centrodestra, Salvini lancia la Meloni

Intanto a destra e sinistra comincia il toto-nomi per le candidature a sindaco, tra alleanze da comporre o da disfare. Nel dibattito è entrato a gamba tesa il segretario della Lega Nord Matteo Salvini che vorrebbe la leader di Fratelli d'Italia candidata in Campidoglio. "La Lega correrà per la prima volta a sindaco di Roma. – ha detto Salvini – Marino ormai era una macchietta. Io con Marchini non ho mai parlato. La Meloni mi piacerebbe se si candidasse, ma non esiste una sola candidatura". Giorgia Meloni dal canto suo chiede al centrosinistra di prendere ulteriormente le distanze dall'ormai ex sindaco: "Marino ricatta il Pd e sta tentando di riorganizzare una maggioranza. Con la complicità di Renzi? Se non è così, i consiglieri del centrosinistra rispondano positivamente al nostro appello firmando le dimissioni e mettano fine a questo indecoroso spettacolo. Altrimenti i romani avranno un'ulteriore prova delle loro responsabilità nella folle gestione di Roma".

In serata interviene anche Silvio Berlusconi, che chiede l'unità del centrodestra per riconquistare il Campidoglio. "Auspico che tutti i partiti della nostra coalizione si ritrovino al più presto per valutare, senza preconcetti, le migliori candidature. – ha dichiarato il Cavaliere – Spero che nessuno voglia sfuggire a questa responsabilità, privilegiando interessi di parte che penalizzerebbero tutti i romani che credono in una alternativa possibile al dominio di questo Pd e di questo Governo".

Marino celebra un matrimonio in Campidoglio: "Sto bene"

Ci sono tantissimi giornalisti e cameramen ad attendere l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino in Campidoglio il giorno dopo l'annuncio delle sue dimissioni. "Sto molto bene, vado a celebrare un matrimonio", ha detto il sindaco ai giornalisti.  "Buongiorno e buon lavoro", ha salutato tutti. Stessa frase che aveva rivolto ai reporter che lo attendevano questa mattina sotto la sua abitazione.

Alla fine della cerimonia Marino, secondo quanto si apprende, avrebbe recitato una poesia di Neruda. "Il sindaco era molto tranquillo – racconta una parente della coppia – alla fine ha recitato una poesia di Neruda sulla vita, il cui messaggio era: bisogna essere sempre uniti in ogni situazione". "Il momento più bello è stato quando ha recitato una poesia di Neruda sull'amore e questo è stato commovente", ha raccontato Jamie, la sposa, ai cronisti.

Promessa mantenuta: Marino paga 20mila euro di spese

Ieri mattina, e quindi prima delle dimissioni, Ignazio Marino ha firmato e consegnato alla ragioneria del Comune di Roma l'assegno che copre tutte le spese di rappresenta sostenute con la carta di credito del Comune. La cifra sarebbe pari a poco meno di 20mila euro.  "L'impegno mantenuto è stato tenuto distante dalla questione politica delle dimissioni", fanno sapere dal Campidoglio.

Sabella: “Tutto in malora per una bottiglia di vino”

“Lui non ha cercato di resistere, ha solo provato a capire se c'erano le condizioni politiche per andare avanti. Ma non c'erano, e alla fine ne ha preso atto. Io non ho dovuto convincere nessuno. Capisco che far passare Marino per fesso è diventato uno sport nazionale, ma non lo è per niente”. Questo il racconto dell’ex assessore alla legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella, descritto ieri come uno dei due, insieme al vice-sindaco Causi, che aveva il compito di convincere Marino a mollare.

“La cosa che più mi fa rabbia, – continua Sabella – è che stavamo facendo qualcosa di importante in questa città, stavamo riportando il rispetto delle regole e la legalità, e tutto rischia di andare in malora per una bottiglia di vino da 55 euro. Certamente – prosegue – si tratta di una leggerezza, non so se di Marino o del suo entourage”.

L'assessore Caudo: "Abbiamo fatto errori di gestione politica e amministrativa"

L'assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, Giovanni Caudo, ha pubblicato su Facebook un commento dopo le dimissioni del sindaco Ignazio Marino.

Orfini: “Ho provato a salvarlo ma troppi errori”

“Anche alla luce di quanto emerso in questi giorni, il capitolo è chiuso. Avevamo il dovere di voltare pagina e lo dice chi più di tutti ha cercato di rilanciare l'azione dell'amministrazione. Prima di interrompere un'esperienza votata dagli elettori si doveva tentare di tutto. Ma di fronte agli errori commessi, emersi anche in queste ore, non si poteva più andare avanti". Queste le parole del commissario del Pd romano e presidente del partito, Matteo Orfini, rilasciate a Repubblica. Sulle elezioni che presumibilmente si terranno in primavera, dice: "Non abbiamo timori. Cambieremo i sondaggi. E il giorno dopo il voto la destra e i grillini commenteranno la loro sconfitta".

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