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Desirée drogata con un potente farmaco sciolto nel vino: a fornirlo uno spacciatore italiano

Desirée è stata drogata con un potente farmaco sciolto nel vino che l’ha resa incosciente e vulnerabile. È quanto emerso dagli esami tossicologici sul corpo della 16enne trovata morta in uno stabile abbandonato in via dei Lucani, a San Lorenzo. A fornire la sostanza sarebbe stato uno spacciatore italiano che la Polizia sta cercando. Tra le testimonianze c’è quella di Antonella, 20enne sudafricana che racconta alcuni dettagli delle ultime ore della minorenne. Oggi si riunisce il Riesame.
A cura di Alessia Rabbai
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Desirée Mariottini
Desirée Mariottini

Ad uccidere Desirée Mariottini è stato un potente farmaco sciolto nel vino. Come riporta il Corriere della Sera, questi sono i risultati degli esami tossicologici sul corpo della 16enne di Cisterna di Latina trovata morta lo scorso 19 ottobre in uno stabile abbandonato in via dei Lucani, a San Lorenzo. Oggi, venerdì 9 novembre, si riunisce il Tribunale del Riesame per discutere sugli ultimi aggiornamenti della vicenda. Sul caso sta indagando la procura con il il pm Stefano Pizza e il procuratore aggiunto Maria Monteleone che sostengono l'accusa di omicidio volontario nei confronti di quattro cittadini africani. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Desy sarebbe stata drogata con alcune sostanze a sua insaputa, come il Quntiax 300, un potente antipsicotico. Un mix letale che l'ha resa incosciente e vulnerabile. A fornire la sostanza sarebbe stato uno spacciatore italiano di nome Marco, citato da più testimoni. La Polizia lo sta cercando e sta passando al vaglio le farmacie della zona per tentare di risalire all'uomo. Tra i testimoni c'è Antonella, 20enne sudafricana, che ha fornito alcune informazioni sulle ultime ore della 16enne, ricostruzione raccolta in un verbale pubblicato dal Fatto Quotidiano. “Era disperata e piangeva – racconta – Voleva acquistare eroina ma non aveva i soldi”.

Antonella ha confessato di averle dato 10 euro: “Lei ha acquistato una dose di eroina da un africano. Sono diventata in quel momento il suo punto di riferimento". Poi, il perché la giovane non fosse rientrata quella tragica sera: "Era preoccupata di tornare a casa in quanto le avevano rubato il tablet”. Quando è andata via “c’era un africano che secondo me ha pianificato tutto”. Ha detto di aver visto la 16enne due volte: il 18 ottobre Desirée le avrebbe telefonato, dicendo che “aveva passato una notte con un ragazzo che aveva avuto intenzione di stuprarla”. Prima dei quattro che, secondo le accuse, hanno violentato la minorenne: “Quella sera non sapeva dove andare a dormire e si è fatta ospitare da un ragazzo italiano. Un tipo normalissimo che non c’entra nulla con il giro di via dei Lucani”. Antonella ha spiegato che in in quella zona gli africani che spacciano cercano spesso di approfittare sessualmente delle ragazze che cercano la droga. “La situazione che si stava creando era strana, nel senso che si stavano radunando troppi uomini nella stanza dove fumavano, mentre l’uomo con i dread continuava ad offrirle droga”. Poi, racconta di aver ricevuto una telefonata, in cui qualcuno la informava che Desirée stava male, ma nessuno ha chiamato l'ambulanza.

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