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Denunciata blogger che istigava all’anoressia, ecco perché è solo la punta di un iceberg

Blogger istigava all’anoressia giovanissime e adolescenti: denunciata. “Non si superano le 500 calorie al giorno”, consigliava a chi leggeva il portale ‘pro ana’.
A cura di Simona Berterame
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"Non si superano le 500 calorie al giorno". Era questa la regola posta da una 19enne di Porto Recanati, amministratrice di un blog pro Ana frequentato da numerose giovanissime desiderose di sviluppare un perfetto disturbo alimentare. La ragazza è stata denunciata dalla procura di Ivrea per induzione al suicidio e lesioni gravissime.

A far partire le indagini una mamma di una ragazzina di 14 anni che continuava a perdere peso in modo sempre più vertiginoso. La donna aveva scoperto che la figlia era diventata un'assidua frequentatrice di blog "Pro Ana", delle vere e proprie sette che avevano portato la ragazzina perfino ad indursi il vomito per eliminare il (poco) cibo assunto, ed ha deciso di rivolgersi subito alla polizia.

Le indagini sono durate diversi mesi fino ad arrivare alla 19enne marchigiana. Nel suo blog dispensava consigli su come resistere ai morsi della fame, come riuscire a vomitare e su come nascondere il cibo a tavola senza farsi beccare dai genitori. La regola principale era di non superare le 500 cal al giorno. Consigli pericolosi, soprattutto se rivolti a ragazze di 14/15 anni, e se a dispensarli è una persona affetta a sua volta da un disturbo alimentare. 

Ad oggi la collocazione di tale reato è molto difficile perché non esiste il reato di istigazione all'anoressia, anche se in Parlamento esiste da tempo una proposta di legge sull'argomento presentata da Michela Marzano (Pd). Una legge che ha però sempre provocato un dibattito aspro, poiché in molti non sono d'accordo con l'introduzione del carcere per le autrici di questi blog. Spesso infatti queste ragazze sono vittime di loro stesse, avendo anche loro un disturbo alimentare da combattere.

La polizia sta ancora cercando una ragazza che scrive dall'Olanda, incitando le ragazze a non mangiare. E viveva proprio in Olanda una delle donne che ho "conosciuto" navigando nel torbido mondo delle Pro Ana. Fingendomi una ragazza in cerca del corpo perfetto, le scrissi un messaggio privato. Lei mi diede il suo numero e mi aggiunse subito una chat su WhatsApp. Ed è proprio questa la piaga del mondo Pro Ana più difficile da debellare, l'evoluzione dai forumfree alle chat su WhatsApp o Facebook permette alle giovanissime aspiranti anoressiche di tenersi in contatto in un modo più costante e soprattutto più difficile da scovare e quindi meno soggetti a una possibile chiusura da parte della polizia postale.

Tornando alla "nostra" olandese, in una chat di quasi 30 ragazze, era lei e altre due ragazze più mature a dispensare consigli e trucchi. "A tavola fate sempre come facevo io quando vivevo in Italia con i miei.  Mentre mangiavo prendevo il fazzoletto e buttavo il cibo in questo fazzoletto" spiegava attraverso una nota vocale, rispondendo a chi chiedeva disperata come "sopravvivere" ad una cena di famiglia. Chat frequentate da giovanissime, alcune addirittura ancora dovevano avere il loro primo ciclo mestruale, altre non lo avevano più da tempo per colpa del loro regime alimentare drastico. Scorrendo le conversazioni, mi cadde l'occhio sui messaggi scritti da una ragazzina di 14 anni che ammetteva di aver tentato già il suicidio. Quanto può essere pericolosa una chat del genere per una persona così fragile?

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