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“Dammi la catenina o ti gonfio”: sgominata baby gang, picchiava e rapinava coetanei a Roma

Tre ragazzi hanno rapinato e picchiato dei coetanei in due diverse occasioni, sottraendogli i soldi che avevano nel portafoglio e rubandogli due catenine. Dopo la denuncia fatta dalle famiglie dei ragazzi, sono stati rintracciati dalla polizia e sottoposti a prescrizione: non possono avvicinarsi alle vittime e saranno seguiti dai servizi sociali.
A cura di Natascia Grbic
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Tre ragazzini, due rapine messe in atto a poca distanza l'una dell'altra. Vittime, giovani come loro: il loro obiettivo era strappargli di dosso quei pochi averi che tenevano con sé forse per rivenderli o forse come trofeo delle proprie ‘gesta'. Tre minorenni che si ritiene appartenere a una baby gang operante a Roma, soprattutto in zona Appio, sono stati rintracciati dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato Appio, diretto da Pamela De Giorgi, e sottoposti a prescrizione. Non possono avvicinarsi ai ragazzi che hanno pestato e rapinato, non possono uscire di casa dalle 20 alle 7, e devono tenersi in contatto con i servizi sociali. Così ha deciso il giudice per le indagini preliminari quando ha letto l'informativa inviata dal commissariato.

La prima rapina fatta dalla baby gang risale al 20 giugno scorso. I tre giovani si sono avvicinati a due ragazzi che stavano passeggiando all'interno del parco di Villa Lazzaroni e gli hanno chiesto due euro. Davanti al loro rifiuto hanno iniziato a insistere, fino a sottrargli il portafoglio per prendere i soldi all'interno. Le minacce sono continuate: volevano gli occhiali di uno dei due. Poi si sono accorti che erano da vista e li hanno restituiti al proprietario. Non paghi, hanno ripetuto la scena nel parco della Caffarella. Qui hanno direttamente colpito in un occhio un ragazzo per prendergli due catenine che aveva al collo. Il ragazzo è andato in ospedale, dove gli è stato riscontrato un trauma all'occhio con ferita lacero contusa giudicata guaribile in dieci giorni. Entrambe le famiglie dei due ragazzi hanno sporto denuncia: i minorenni conoscevano due degli aggressori, che sono stati facilmente identificati. E, scandagliando i profili social, le forze dell'ordine hanno poi trovato anche il terzo.

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