Cristina Mencarelli, morta a 16 anni dopo un’operazione: “Medici non più imputabili”

Cristina Mencarelli aveva 16 anni quando è morta. La ragazza, giovane promessa del canottaggio, è deceduta nel 2011 dopo un'intervento al cervello per la rimozione di un tumore benigno all'ipofisi. Sembrava che l'operazione fosse andata per il meglio, tanto che la 16enne era stata dimessa dal San Filippo Neri: ma già il giorno dopo essere tornata a casa si è sentita male. Inizialmente i medici le hanno diagnosticato un problema passeggero, ma le cose poi si sono aggravate: qualche giorno dopo è entrata in coma ed è morta. Durante il processo di primo grado, i medici che avevano eseguito l'operazione sono stati assolti, mentre erano stati condannati quattro dottori del reparto di neurochirurgia dell'ospedale. Ma la sentenza di secondo grado emessa dalla Corte d'Appello ha ribaltato completamente quella del 2017.
Cristina Mencarelli, assolti i quattro neurochirurghi del San Filippo Nero
La Corte d'Appello ha assolto in via definitiva e in formula piena i quattro dottori del reparto di neurochirurgia del San Filippo Neri che erano stati condannati a un anno e sei mesi di reclusione in primo grado. La nuova perizia ha infatti stabilito che Cristina Mencarelli è deceduta per complicanze dovute all'operazione e non alla condotta successiva dei quattro dottori. "La super perizia di due professori – un neurochirurgo e un medico legale – di Tor Vergata ha ribaltato la perizia di primo grado dimostrando che la causa del decesso della povera ragazza fosse da ascrivere a complicanze dell'intervento chirurgico, e non, come sostenuto dall'accusa, alla mancata rilevazione del valore della natremia nel decorso post operatorio". Lo ha comunicato in una nota lo studio legale che ha seguito due dei quattro neurochirurghi durante il processo. "I medici che hanno operato al cervello Cristina Mencarelli sono stati assolti in primo grado e non sono quindi più imputabili", ha spiegato l'avvocata Micaela Chiriaco, legale dei due medici assolti dalla Corte d'Appello. Essendo la sentenza definitiva, non ci sarà nessun ricorso in Cassazione.