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Cristian Canò è libero: aveva ucciso il padre nel 2012 per difendere la madre

Aveva ucciso il padre nel 2012: dopo sette anni e mezzo, Cristian Canò torna libero. Il ragazzo aveva 18 anni all’epoca dell’omicidio: il pomeriggio del 21 dicembre, proprio poco prima di Natale, si era visto col padre, un uomo molto violento che aveva picchiato più volte la madre: ma, a un certo punto, la situazione è degenerata.
A cura di Natascia Grbic
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Era stato condannato a sette anni e mezzo di reclusione per aver ucciso il padre Gennaro nel 2012: da adesso però, Cristian Canò è libero. Inizialmente gli erano stati concessi i domiciliari, poi nel 2016 era stato portato nel carcere romano di Rebibbia: dal 2018 ha finito di scontare la condanna a casa. Anche durante il periodo detentivo non ha mai smesso di studiare, tanto che adesso si sta per laureare in biologia. I suoi insegnanti lo definiscono uno studente modello, sempre attento e diligente. Christian Canò è stato condannato in primo grado a 14 anni, pena poi ridotta a otto anni in secondo grado e a sette anni e mezzo nel terzo. Il giudice della Cassazione, infatti, non ha voluto riconoscere la legittima difesa, ma ha confermato l'omicidio volontario. Cristian aveva solo 18 anni quando ha ucciso il padre: un uomo violento, secondo le testimonianze del ragazzo e della madre, che picchiava continuamente la donna. E proprio per difendere la madre Cristian ha ucciso il padre al culmine di una lite.

L'omicidio di Gennaro Canò

Quel pomeriggio del 21 dicembre 2012, proprio qualche giorno prima di Natale, Cristian Canò era andato con suo padre a fare una passeggiata sul litorale di Cisterna di Latina. Un caffè, quattro passi, poi la lite: Gennaro Canò ha detto alcune parole molto offensive nei confronti della madre del ragazzo e sua ex compagna. L'uomo non era nuovo a queste esternazioni e aveva anche un comportamento molto violento nei confronti della donna, che picchiava regolarmente. A quel punto Cristian ha risposto male al padre, il quale ha reagito dandogli uno schiaffo. La situazione è degenerata a tal punto che il ragazzo, accecato dalla rabbia, ha preso un bastone trovato sulla spiaggia e ha colpito ripetutamente il padre sulla testa. Poi è scappato con la sua auto. Tornato a casa, ha raccontato tutto alla madre: ed è stata la donna a convincerlo ad andare alla polizia per confessare l'omicidio.

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