Crisi idrica, già 20 comuni della provincia di Roma fanno i turni per l’acqua
Un milione e mezzo di cittadini di Roma e dell'hinterland, a partire da venerdì 28 luglio, potrebbero trovarsi senza acqua corrente in casa per otto ore al giorno. E come loro uffici pubblici, negozi, addirittura gli ospedali. Questo è quanto prospettato da Acea all'indomani della decisione della Regione Lazio di vietare ulteriori prelievi dal lago di Bracciano, per impedire una "catastrofe ambientale", come l'ha definita il governatore Nicola Zingaretti. Mentre la polemica politica continua a montare, con reciproci scambi di accuse sulle responsabilità tra la Pisana e il Campidoglio e tra Movimento 5 stelle e Partito democratico, si cerca intanto una soluzione che eviti il razionamento: nei prossimi giorni si riunirà nelle stanze del ministero di Gian Luca Galletti, un vertice a cui sederanno attorno allo stesso tavolo la Regione Lazio, le autorità di bacino, Acea Ato 2 e con tutta probabilità lo stesso ministro dell'ambiente.
Il piano B della Regione Lazio per non lasciare Roma senza acqua
La Regione Lazio intanto avrebbe pronto un piano per portare al limite il prelievo dagli altri invasi per garantire i 21,1 metri cubi al secondo di media che servono al fabbisogno della città, aspettando che arrivi agosto e la capitale si svuoti. Uno sforzo di pochi giorni, forse due settimane, per evitare di prosciugare ulteriormente il lago di Bracciano ed evitare l'immagine della più grande metropoli del paese con l'acqua razionata.
I 5 acquedotti che riforniscono Roma
Le principali fonti d'acqua che riforniscono Roma sono cinque sistemi quelli della Peschiera-Le Capore (con una portata media di 13,5 metri cubi secondo), quello dell'Acqua Marcia (4,5 metri cubi secondo di media), il Nuovo Acquedotto di Bracciano (1,1 metri cubi secondo di media), l'Acquedotto Vergine (o,4 metri cubo secondo di media) e l'acquedotto Appio-Alessandrino (una portata media di 1,6 metri cubi secondo). I dati sono stati forniti dalla stessa Acea Ato 2 al 23/5/2017. Il punto è che, a causa della siccità, tutti i sistemi acquedottistici sono in sofferenza.
Acea: "La Regione ha piano alternativo ? Apprendiamo dalla stampa"
Ma Acea intanto fa sapere di conoscere il piano B della Regione Lazio solo a mezzo stampa, ma si dice pronta "ad ascoltare e collaborare", pur che le proposte avvengano "nelle sedi opportuna". "Dopo l'ordinanza emessa dalla Regione Lazio venerdì sera in modo unilaterale, che si continua a ritenere inadeguata e illegittima – spiegano da piazzale Ostiense -, Acea apprende solo dagli organi di stampa che sempre la Regione avrebbe ipotizzato un piano alternativo per ovviare alla captazione dell'acqua dal lago di Bracciano, prevedendo di utilizzare altre fonti o aumentando la portata di quelle attuali".
Emergenza acqua a Roma: chiusi 200 nasoni
Acea ha anche reso noto che le fontanelle già chiuse in città sono state già duecento, e che la loro chiusura continuerà nei prossimi giorni. Il provvedimento sui nasoni, che ha fatto molto discutere negli scorsi giorni, garantendo le fontanelle l'accesso all'acqua alle fasce più deboli della popolazione (come i senza tetto), serve non tanto a risparmia acqua, quanto ad aumentare la pressione nelle tubature evidenziando così possibili disservizi.
Zingaretti: "Aspettiamo proposta da Acea"
“Se è vero che veniva prelevato un millimetro al giorno, dire poi che bisogna levare l’acqua per otto ore a gran parte dei romani è una esagerazione. Chiediamo ad Acea di formalizzare una proposta alternativa”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Già 20 comuni della provincia fanno i turni per l'acqua
Già venti comuni della provincia di Roma, soprattutto dei Castelli Romani, fanno già i turni per l'acqua. A giugno il provvedimento era previsto per 15 comuni, mentre ora, stando a quanto riporta l'Ansa, sono venti. Tra i paesi interessati ci sono Rocca Priora, Rocca di Papa, Zagarolo, Montecompatri, Grottaferrata e Lariano.