Cos’è il Baobab, il presidio per i migranti che è stato sgomberato 22 volte in 3 anni
Oltre 70mila migranti ospitati ed esattamente ventidue sgomberi in poco meno di tre anni. Il primo, il 6 dicembre del 2015, quando il centro di via Cupa a Roma fu chiuso e i volontari allontanati. Il centro sociale Baobab nacque nel 2004 in via Cupa, ma dal maggio del 2015 alcuni volontari cominciarono ad aiutare i migranti fornendo vestiti e cibo. Partendo da quell'esperienza, nel 2016, fu fondata l'associazione Baobab Experience, che offre assistenza a tutti i migranti in transito a Roma. Dopo lo sgombero di via Cupa il Baobab si sposta a Piazzale Spadolini e poi, dopo l'ennesimo sgombero, in un parcheggio abbandonato. Infine fu allestita una tendopoli, che oggi è stata smantellata dalla polizia, nel piazzale dietro alla stazione Tiburtina che i volontari hanno chiamato Maslax, nel ricordo di Maslax Moxamed, un somalo di 19 anni. Il ragazzo nell'agosto del 2016 riuscì a raggiungere il Belgio, ma fu rimandato indietro, finì in un centro d'accoglienza vicino Roma e a marzo si tolse la vita.
"All'epoca c'era il commissario straordinario Tronca che ci consenti' di lasciare un ‘hub informativo' a via Cupa. È quello che chiediamo anche adesso, ossia la possibilità di lasciare un gazebo fisso per dare informazioni ai migranti in transito. Ma al momento non abbiamo ricevuto risposta", racconta Andrea Costa, coordinatore di Baobab Experience. "In questi anni non è cambiato nulla. Resta un vuoto istituzionale sul tema accoglienza, aggravato dal decreto sicurezza", racconta ancora Costa. Un'ipotesi proposta era quella di spostare il presidio nell'ex istituto ittiogenico in viale della Stazione Tiburtina, che ora è un palazzo abbandonato e che era di proprietà della Regione Lazio. "A oggi, più di 70.000 persone sono passate dai nostri campi, allestiti con mezzi donati dalla cittadinanza, ricevendo cure mediche, cibo, una sistemazione per la notte, assistenza legale. Sono donne, uomini e bambini in transito verso altri paesi europei o richiedenti asilo in Italia, che a Roma, dopo viaggi estenuanti in cui rischiano dalle torture alla morte, sono costretti ad aspettare circa un mese e mezzo in strada prima di poter accedere alle pratiche legali", si legge sul sito dell'associazione Baobab Experience.