Studio sui turisti cinesi ricoverati per Coronavirus allo Spallanzani mostra “gravi danni ai polmoni”
I primi due pazienti curati in Italia per un'infezione da Sars-Cov-2 (questo il nome ufficiale del nuovo coronavirus) sono stati due turisti cinesi, marito e moglie, che partecipavano a un tour guidato in Italia. Il 29 gennaio sono risultati positivi al tampone per la ricerca del virus dopo essersi sentiti male mentre alloggiavano al Grand Hotel Palatino di Roma. Trasportati d'urgenza all'Istituto Spallanzani, sono guariti dopo circa un mese di ricovero in terapia intensiva. Uno studio pubblicato sull'International Journal of Infectious Diseases mostra i gravi danni polmonari che hanno subito durante la fase acuta della malattia. Le radiografie e le immagini della tac sui polmoni dei due pazienti, un uomo di 67 anni e una donna di 65, mostrano quanto può essere devastante sul corpo umano il nuovo coronavirus. I due turisti erano in forma, in salute. L'uomo prendeva solo alcune pillole per l'ipertensione.
Al settimo giorno di ricovero sono stati intubati entrambi
Al quarto giorno di ricovero entrambi hanno sviluppato una severa insufficienza respiratoria (ARDS, Sindrome da distress respiratorio acuto). Il paziente maschio ha avuto bisogno di ventilazione assistita in terapia intensiva il sesto giorno e dopo dodici ore, nel corso del settimo giorno, anche la moglie. Dopo dodici giorni (il 9 febbraio, quando lo studio è stato presentato), entrambi i pazienti erano ancora intubati "in condizioni cliniche critiche ma stabili".
Nelle conclusioni dello studio si legge che, "sebbene siano stati studiati solo due pazienti, questi risultati sono coerenti con il modello radiologico descritto in letteratura. Coerentemente con una precedente relazione, in entrambi i pazienti sono stati segnalati versamento pleurico e linfoadenopatia". Le prime radiografie sui pazienti mostrano "opacità del vetro smerigliato". Gli spazi arei dei loro polmoni si erano riempiti di liquido, pus, sangue o acqua. "I modelli polmonari in entrambi i pazienti sono caratterizzati da ipertrofia dei vasi polmonari, che sono aumentati di dimensioni, in particolare nelle aree con danno interstiziale più pronunciato. Questa nuova evidenza radiologica suggerisce un diverso modello di coinvolgimento polmonare rispetto a quelli osservati nelle altre infezioni note gravi causate da coronavirus (Sars e Mers)". Nei risultati si evidenzia che "la presenza di infiltrati polmonari – una sostanza anormale che si accumula gradualmente all'interno delle cellule o dei tessuti corporei – potrebbe descrivere un predittore precoce della compromissione polmonare".