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Rinviate le prossime due udienze del maxiprocesso ai Casamonica

A causa dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione dei contagi da coronavirus, è stato deciso l’annullamento delle due udienze in programma per questa settimana del maxiprocesso ai membri del clan Casamonica.
A cura di Enrico Tata
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Processo ai Casamonica
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A causa dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione dei contagi da coronavirus, è stato deciso l'annullamento delle due udienze in programma per questa settimana del maxiprocesso ai membri del clan Casamonica. Nonostante una prima comunicazione che avvisava le parti che le due udienze si sarebbero celebrate ugualmente nell'aula bunker di Rebibbia, oggi il presidente del collegio ha comunicato l'annullamento accogliendo la protesta dell'avvocato Giosuè Naso, uno dei legali degli imputati. "Ha prevalso il diritto e il buonsenso in questa situazione di emergenza. Ci saremmo ritrovati in aula per un processo con sessanta avvocati difensori, personale amministrativo, forze dell'ordine, un'affluenza di persone importante", ha dichiarato all'Adnkronos l'avvocato Naso. Le udienze sono state rinviate e a una data che verrà comunicata successivamente.

A processo 44 membri del clan dei Casamonica

Gli imputati del maxiprocesso sono 44 membri del clan dei Casamonica. Le accuse per loro vanno dal traffico di droga all'estorsione, all'usura e alla detenzione illegale di armi. L'avvocato Naso aveva spiegato le sue perplessità sullo svolgimento, inizialmente confermato, delle due udienze: "Si tratta di un atto illegittimo perché nonostante si richiami l'articolo 2 del decreto emesso in seguito all'emergenza coronavirus, non risultano rispettate le condizioni citate nel provvedimento. Nel decreto del giudice si parla di ‘alcuni detenuti' che avrebbero presentato istanza, e io – prosegue – contesto con l'atto presentato la genericità delle motivazioni riportate e sostenendo che in mancanza della richiesta di tutti i detenuti questo processo non si possa celebrare a meno che non si separino le posizioni tra chi ne ha fatto istanza e chi no. Parliamo sicuramente di un'aula di maggiori dimensioni ma anche di un processo con sessanta avvocati difensori, personale amministrativo, forze dell'ordine, un'affluenza di persone importante. Per tutti questi motivi ho chiesto al presidente la revoca di questo decreto".

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